Ogni sintomo è un messaggio? (L'ernia al disco)

Creato il 26 luglio 2012 da Corradopenna
Per quanto dubiti dalle interpretazioni eccessivamente psicologiche delle malattie, è indubbio che molti malesseri siano causati o con-causati da un fattore psichico. Gli studi della psico-neuro-immunologia hanno mostrato da tempo le connessioni tra psiche, sistema nervoso, apparato endocrino e apparato immunitario, dando una solida base scientifica alla psicosomatica. Ad esempio è stato provato con degli esperimenti che lo stress indebolisce il funzionamento del sistema immunitario esponendo l’organismo a più frequenti raffreddori.
Più difficile motivare su base scientifica alcune connessioni particolari, come quella tra allergia e psiche (forse in alcuni casi è valida, ma come mai cambiando dieta si sta molto meglio?) o tra ernia e psiche. Secondo me occorre essere mentalmente aperti alla possibilità che un problema psichico possa marcare profondamente il nostro corpo fino a generare una malattia, senza per questo dover pensare che ogni nostro malanno sia realmente causato a livello profondo da un problema o da un trauma a livello psichico. E attenzione ovviamente a pensare che ogni malattia si possa curare solo identificando (e risolvendo) la causa psicologica che l’avrebbe innescata, potrebbe non funzionare e nel frattempo la malattia potrebbe acuirsi.
A tal proposito ho letto e trovato interessante il libro di Claudia Rainville “Metamedicina - Ogni sintomo è un messaggio” (edizioni Amrita, Torino), che affronta appunto queste tematiche. Pur se dubito di alcuni nessi psicologici da lei indicati occorre riconoscere che le sue affermazioni non sono perentorie, ma che molto onestamente utilizza le parole “spesso” , “a volte”.
Ad esempio secondo Claudia Rainville l’ernia del disco è spesso legata “al desiderio di farla finita con una struttura in cui ci si sente prigionieri, ma dalla quale non vediamo via d'uscita”. Nel suo libro fa l’esempio di una persona guarita quando decide di togliersi da questa condizione di stallo. A pagina 209-210 leggiamo la seguente storia:
Hans e l'ernia del disco. Lavorava a un progetto governativo per l'assistenza giovanile. Quei ragazzi gli erano simpatici, li capiva, sapeva di cosa avevano bisogno e che cosa avrebbe potuto aiutarli; tuttavia aveva a che fare con un comitato che non lavorava mai con i giovani, ma gestiva i programmi e gli stanziamenti. Tutte le sue ottime idee vennero respinte in blocco perché non rientravano nei programmi già predefiniti. Hans avrebbe avuto voglia di man­darli tutti al diavolo, di aprire una scuola tutta sua, ma non ne aveva i mezzi (…) Si sentiva prigioniero in questa struttura. Hans si faceva eccessivamente carico dei problemi di questi ragaz­zi: il senso di impotenza che provava lo induceva a voler cambiare il mondo e le sue regole. Quando restituì ai giovani la responsabi­lità di loro stessi si accorse che, se il programma non fosse stato utile, sarebbe toccato a loro farlo sapere alle autorità che, dopo tutto, avevano creato il progetto per aiutarli. Hans mollò la presa e guarì completamente dall'ernia del disco.

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