Racconti, racconti, racconti... per La gaia mensa, quarto concorso letterario di Villa Petriolo.
Oggi Cristiano Zuccarelli ci regala "Ognuno a modo suo".
Cristiano scrive: " ho iniziato nel 2000 con un soggetto fortunato..(Mettilo lì..) 1° premio Energheia Cinema di Matera, poi a Roma per l’università, 3° premio con i Racconti Metropolitani, quindi a Trento il 1° premio del Germano d’argento.. Ho sempre scritto poche righe perché sono pigro. La maggior parte di queste sapevano di vino, e della buon anima di mio nonno. Il mio scrittore preferito è sempre stato Buzzati, per quelle trame che smascheravano fatti e personaggi, e per l’esortazione a scrivere, scrivere, scrivere ogni giorno nei ritagli di tempo.. Ma io non mi applico".
Racconto "Ognuno a modo suo" di Cristiano Zuccarelli
Non ho avuto il tempo, nessuna erezione di sfidare il cielo, in fondo a questo fosso dove Dio la manda, vicini e lontani praticamente nudi. Alle prese con l’orgasmo, di quelli acrobatici, impossibili, eppure scandalosi. Ma se Bukowski ti avrebbe mollata lì, oceanopacifica, io resisto, e spingo a stomaco vuoto. Disperato. Perché l’amore in macchina è complesso. Oscuro, vitale, si abbina all’ambi-pur senza troppe cerimonie, e ci vuole coraggio, l’avevo trovato, tanto per amarsi pronti a sgangherarci, sotto questa pioggia davvero trascinante. Vorticosa, irresistibile, una bufera così maledetta che ho perso le deviazioni tutte le luci rosse, e prima a destra poi a sinistra sempre dritto abbiamo fatto la spesa. Una baguette, 100 gr di mortadella emiliana, 1 pomodoro costoluto, 3 fette di melanzane grigliate, la crema di carciofi e il pecorino grattugiato a filetti . Compresi due bicchieri di plastica, i tovaglioli di carta, e il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene per brindare al Kamasutra imbandito sul cruscotto. Certo, tu l’hai divorato, ruminavi ad occhi chiusi, e quando un fulmine della malora c’ha folgorato il sesso, il banchetto si è fatto lurido, impestato, en plein air. Anzi, nella melma fino al mio collo che provo a salvare almeno il gallismo, quel che resta dei succhi gastrici quattro gatti spelacchiati in cerca di autore, dietro il cimitero oltre la statale. “OGNUNO A MODO SUO”, con lui terra terra, e lei al settimo cielo, aromatica, imbottita di Bologna una intensa e delicata. Gioconda, disposta ad aspettare la fine del mondo, o il ritorno della bella stagione. Perché ci vuole pazienza, fango sulla faccia, acqua nelle scarpe. Ammesso e non concesso il senso di colpa, per la precisione, l’assenza di attrito. Ma tu non ti scomponi, sbadigli, prosecca. Sdraiata sul sedile della macchina in panne mentre scivolo mi aggrappo carponi tastoni affogo sprofondo.. Fuori.. Appeso alla portiera, nel mirino dei lampi. E spingo, spingo, davvero, di più… Che spingo a fare?
S'IO FOSSI...VINO. Premiazione III Concorso letterario VILLA PETRIOLO ed. 2009