Oh mio dio!

Creato il 19 aprile 2010 da Pierrebarilli

Colpito da questo esercito di credenti che cristianamente fanno di tutto per finire nel loro inferno, sto leggendo  "Perché dobbiamo dirci cristiani" di Marcello Pera (ed. Mondadori). Già, perché dovremmo dirci cristiani?  Siamo liberali, e perciò non c’è bisogno di rivolgersi al cristianesimo per giustificare i nostri diritti e libertà fondamentali. Siamo laici, e perciò possiamo considerare le fedi religiose come credenze private. Siamo moderni, e perciò crediamo che l’uomo debba farsi da sé, senza bisogno di guide che non derivino dalla sua propria ragione. Senza contare il resto. In Europa  dobbiamo evitare di dividerci menzionando il cristianesimo fra le radici dell’identità europea. Nel mondo stanno rinascendo guerre di religione, e dunque dobbiamo evitare di accendere altri focolai. In casa nostra stiamo integrando milioni di islamici, e dunque non possiamo chiedere conversioni di massa al cristianesimo. E così via. In questo libro Marcello Pera, che è un amico con il quale, tra gli anni che vanno dal 1990 al 1996, abbiamo politicamente lavorato -io facevo massa critica, lui teorizzava-per costruire le basi laiche e liberali di quel movimento che poi confluì in quello che  sarebbe diventato il partito di Forza Italia, passando per la "lista referendum" e l'esperienza de "i democratici", oggi  rifiuta tutti questi “perciò” e questi “dunque” con la sua posizione di laico e liberale che si rivolge al cristianesimo per chiedergli le ragioni della speranza. Non per esibire conversioni o illuminazioni o ravvedimenti, ma per indicare come si possa coltivare una fede (altra espressione appropriata non c’è) in valori e principi che caratterizzano la nostra civiltà, e riaffermare i capisaldi di una tradizione della quale siamo figli, con la quale siamo cresciuti, e senza la quale saremmo tutti più poveri. Contemporaneamente sto leggendo "Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)" di Piergiorgio Odifreddi (ed. Longanesi). Odifreddi, che non conosco e mi sta pure antipatico, sostiene che il Cristianesimo  ha costituito non la molla del pensiero democratico e scientifico europeo, bensì il freno che ne ha gravemente soffocato lo sviluppo. Il Cristianesimo in generale, e il Cattolicesimo in particolare, non sono (soltanto) fenomeni spirituali, ma interferiscono pesantemente nella vita civile di intere nazioni. L'anticlericalismo, oggi, è più una difesa della laicità dello Stato che un attacco alla religione della Chiesa. Odifreddi guida i lettori alla scoperta dei miti e delle superstizioni per dare alla Ragione ciò che è della Ragione.  Non bastasse, ho appena iniziato a leggere un bel libro intervista a Norman Mailer dal titolo "A proposito di Dio" (ed. Baldini Castoldi Dalai) dove, uno dei più grandi scrittori e puttanieri americani del Novecento, dice che il mondo è stato creato da un Dio Artista, che come tutti gli artisti spesso fallisce nel portare a compimento i suoi progetti. Ancora, per Mailer questo Dio  non è onnipotente e neppure completamente buono in un complesso miscuglio di bene e male dove Dio e l'uomo debbono collaborare per costruire un mondo più giusto   attraverso il riconoscimento della nostra unicità di essere in grado di ragionare e di decidere anche delle nostre vite, solo allora potremmo dirci, nel bene e nel male, completamente liberi. (Gli scongiuri sono d'obbligo). E' tardi, per mettermi a credere in Dio, però se un qualche Dio, o almeno un suo parente, mi regalasse un trecento voti di preferenza alle prossime elezioni amministrative, potrei persino dare in cambio la poltrona in vinile laccato di mia nonna in cariola... o almeno, promettergliela.