Descrizione
Eziologia
Quali piante vengono colpite
Cause della malattia
Come prevenirla
In botanica, come in qualsiasi settore della vita coinvolto da problemi sanitari, vale la regola “prevenire è meglio che curare”. Prima che le piante vengano attaccate dal fungo che causa l’oidio o mal bianco è opportuno adottare alcuni utili accorgimenti. Intanto bisogna evitare che la pianta cresca in ambienti particolarmente umidi, è quindi preferibile scegliere posizioni particolarmente soleggiate e protette da sbalzi di temperatura e umidità. I trattamenti di prevenzione comprendono anche l’uso dello zolfo da spruzzare sulle foglie della pianta a primavera, prima della maturazione dei fiori. L’operazione va ripetuta ogni due, massimo tre settimane o per un massimo di 4, 5 volte l’anno. Lo zolfo non va usato quando le piante cominciano a fiorire perché ha un effetto tossico sulle api e su altri insetti utili. Le applicazioni vanno fatte preferibilmente al mattino. A scopo preventivo si usa lo zolfo ventilato. Si tratta di una miscela di zolfo ridotto in polvere, con effetto disidratante sul micelio del fungo oidium il quale muore prima ancora di infettare la pianta. La miscela di zolfo ventilato, in barattolo da mezzo chilo, va applicata la mattina presto o al tramonto, per depotenziarne la tossicità, con un dosaggio di 500 grammi ogni 100 metri quadri, per tre settimane. La sostanza resta attiva a temperature comprese tra i 12 e i 40 gradi. Da ricordare che questo tipo di zolfo è ormai proibito in agricoltura biologica e va usato solo per piante ornamentali o per coltivazioni non biologiche. Altra utile tecnica di prevenzione dell’oidio, scuotere le piante per eliminare accumuli di brina notturna. L’eliminazione della brina favorisce una veloce asciugatura della pianta che va preferibilmente collocata in zone ben areate, perché la scarsa ventilazione crea umidità favorendo la proliferazione del fungo.
Come combatterla
Per combattere l’oidio si usano sostanze antifunghine sia di sintesi che naturali. Le sostanze naturali sono preferibili a quelle chimiche perché meno pericolose per la salute delle piante e degli insetti non nocivi che si nutrono delle sostanze prodotte dal mondo vegetale. Lo zolfo è utile sia come trattamento preventivo che come terapia, facendo attenzione a usarlo con gli accorgimenti che abbiamo indicato al paragrafo precedente. Per combattere efficacemente l’oidio conclamato con lo zolfo, si possono usare diverse tipologie di prodotto: zolfo polverizzato e zolfo bagnabile. Molto attivo è lo zolfo sublimato raffinato ottenuto macinando lo zolfo fino a ottenere particelle molto sottili. Questa sostanza è molto efficace se mescolata con il nerofumo. Efficace contro la malattia in piena diffusione è anche lo zolfo bagnabile che viene prodotto con varie formulazioni composte da polveri e miscele liquide a cui può essere aggiunto del rame o sostanze proteiche come il proteinato di zolfo. Lo zolfo bagnabile può essere anche composto solo da zolfo e sostanze acquose, questo prodotto è, però, poco persistente. Il più efficace è lo zolfo bagnabile detto “colloidale” cioè ridotto in microparticelle. Quest’ultimo composto è più tossico del precedente e per ridurne gli effetti dannosi conviene applicarlo in estate, nelle prime ore del mattino.
Sostanze chimiche contro l’oidio
I preparati fitosanitari per combattere l’oidio sono molto numerosi. Naturalmente bisogna scegliere quelli che permettono di combattere la malattia senza inquinare l’ambiente e le piante colpite. Con i preparati chimici non sempre è facile raggiungere questo compromesso. I preparati fitosanitari contro il mal bianco delle piante sono sempre composti da sostanze a effetto fungicida, con un’azione che disidrata completamente il micelio ( radice filamentosa) del fungo oidium impedendogli di produrre le spore e portandolo quindi alla morte. I prodotti antifunghini per piante, alternativi allo zolfo, sono a base di: , triadimefon, triforine, dinocap, bupirimate, dodemorf, ditalimfos, pyrazophos, procloraz, bitertanolo, fenarimol, , esaconazolo, penconazol e tetraconazolo. Tutte queste sostanze fanno parte dei componenti triazolici, cioè prodotti in grado di intervenire sulla produzione di ergosterolo, sostanza che permette la sopravvivenza del fungo. Il prodotto più efficace sembra sia stato il tetraconazolo, in una formulazione commerciale chiamata Domark 125. Si tratta di una emulsione diluita in acqua che protegge tutta la superficie della pianta impedendo la progressione della malattia. Su questo prodotto non si hanno notizie relative alla sua tossicità. Gli esperti consigliano di alternare tra loro l’uso dei triazolici, anche in base alla pianta da curare. In genere non si dovrebbero superare i tre, quattro trattamenti all’anno per evitare fenomeni di resistenza del fungo.
Funghi antagonisti dell’oidium
La cosiddetta “lotta biologica” alle malattie delle piante si può effettuare anche con sostanze totalmente naturali. La stessa regola vale per l’oidio, che può essere sconfitta tramite l’utilizzo di un fungo antagonista, cioè di un “parente” stretto del miceto oidium, il quale, invece di attaccare le piante, si nutre proprio del suo simile. Il fungo antagonista che elimina l’oidium si chiama Ampelomyces quisqualis. Questo miceto viene miscelato con olio minerale e si somministra preferibilmente in autunno, quando i resti dell’oidium cominciano la loro azione parassitaria sulla pianta.