Oktoberfest 2010: tutt'altra roba

Creato il 22 ottobre 2010 da Lucaiacovone
Un viaggio con gli amici, un Oktoberfest che immaginavo completamente diverso. Prima di questo viaggio non mi ero mai chiesto in cosa consistesse quella che è comunemente riconosciuta come la più famosa festa popolare al mondo. Quando abbiamo deciso che l'Oktoberfest sarebbe stata la tappa di uno dei nostri viaggi ho preferito non rompere il mistero: niente wikipedia, google, guide sfogliate frettolosamente in libreria, nulla di tutto ciò. Solo attese campate in aria: mi prefiguravo un immenso prato, ovunque banconi lunghi con graziose ragazze a spillare 24 ore su 24 birre sottocosto, gente sdraiata, piccoli capanni di sonnolenti ubriachi e un grandissimo palco in fondo alla distesa verde... sì, avete ragione, questa è Woodstock non l'Octoberfest, ma questo è quello che m'aspettavo e questo, appunto, non è l'Octoberfest.

Partiamo da Ferrara all'alba. Ci fermiamo a fare rifornimento in Svizzera, in fila per la pompa un signore sulla cinquantina, dietro il finestrino della sua auto ci sorride, solleva il gomito portando il pollice alla bocca e sulle sue labbra leggiamo: "Oktoberfest?" - ci chiede - scoppiamo in un applauso delirante e cominciamo a gridare come dei ragazzini alla loro prima gita.  Tra i due  finestrini un freddo eccitante.

Arriviamo a Monaco a ora di pranzo, lasciamo le valigie in ostello e ci mettiamo alla ricerca dell'area di Theresienwiese, i 42 ettari destinati ad accogliere tutti gli anni la "festa di ottobre", che proprio quest'anno festeggia il suo secondo centenario. Un'enorme arco segna l'ingresso: Oktoberfest 2010, Willkommen. L'incontaminato manto erboso che mi aspettavo di incontrare lascia spazio ad un grandissimo parcogiochi. Persone di tutte le età affollano ogni angolo di quest'immensa piazza: coppie di anziani signori vestiti in abiti tradizionali, passeggini, operai che sembrano aver appena smontato dal lavoro, ragazzini, turisti...  tutti, c'erano davvero tutti. E' una festa di popolo, all'apparenza neanche così diversa dalle tante feste patronali che segnano le primavere delle piazze del sud italia: giostre, palloncini, bancarelle. Superato l'arco d'ingresso si è accolti in una comunità senza tempo, si entra a far parte di un rito antico: l'Oktoberfest è prima di tutto la festa dei bavaresi, non si tratta di una scenografia costruita ad arte per accogliere il maggior numero possibile di turisti, ma un appuntamento con la storia per milioni di persone che attendono così di poter saziare, almeno una volta l'anno, il proprio orgoglio di dirsi abitanti della Bavaria.
 di Edoardo Rosso
Le bionde teutoniche capaci di trasportare litri e litri di birra tra le loro braccia non sono una leggenda. E' possibile bere birra delle sei marche storiche di Monaco in uno dei 14 stand dislocati nell'area. Il più è riuscire a conquistarsi un posto a sedere, l'alternativa è percorrere avanti e indietro il perimetro interno dello stand con il servizio d'ordine che vi invita a non sostare mai se non attorno ad un tavolo. Abbiamo cominciato con un bel coscione di porco ovviamente accompagnato da un boccale da litro. Con l'avvicinarsi della sera l'atmosfera all'interno degli stand si fa frizzante, il repertorio dei musicisti comincia a ripetersi, e tra un "volare volare" cantato rigorosamente in tedesco e un cantilenante "ein prosit" i boccali si passano il testimone e le panche diventano trampolini per issare il più in alto possibile i propri brindisi con sconosciuti di ogni dove. Così si comincia a dondolare, prima uno - sul filo di una ragnatela - poi due, poi tre... finchè dura la serata.



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