Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non sto parlando di “quell’erba” (era facile equivocare, trattandosi dell’Olanda) ma di quella normale, che cresce nei nostri prati e nei campi.
Che, a quanto pare, sembra essere una nuova fonte di energia pulita.
Lo ha provato uno studio condotto dall’Università di Wageningen, secondo cui la corrente elettrica viene generata dalla naturale interazione tra le radici delle piante e i batteri del suolo. Una tecnica già operativa, che presto potrebbe essere applicata anche su larga scala e che sarebbe economicamente competitiva con i pannelli solari.
A quanto pare, le celle a combustibile microbico-vegetale generano elettricità mentre la pianta continua a crescere. Secondo i calcoli degli scienziati ‘orange’, al momento generano circa 0,4 Watt per metro quadrato di superficie di erba.
Secondo i ricercatori, guidati da Marjolein Helder, presto la bio-energia elettrica derivata da questi impianti potrebbe produrre fino a 3,2 Watt per metro quadrato. In pratica, coltivando un tetto «verde» di 100 metri quadri, potremmo generare energia elettrica sufficiente al fabbisogno di una famiglia.
La ricerca sulle piantenon è certo una novità. Attualmente, diversi studi stanno analizzandone i processi energetici e i flussi di elettroni al fine di ottenere energia. In molti laboratori, dunque, si sta lavorando per catturare gli elettroni prodotti dall’erba. È il caso delle alghe, dalle quali gli scienziati dell’Università di Stanford (Usa), per la prima volta nel 2011 sono riusciti a «rubare» corrente elettrica, sia pur in quantità infinitesima.
Tornando alla ricerca olandese, le prime applicazioni pratiche dovrebbero riguardare zone remote o i Paesi in via di sviluppo.
Ma dopo il 2015, saranno probabilmente estese ad altre aree.
Noi, incuriositi e interessati, attendiamo sviluppi.