La domanda è questa: come si fa a valutare un remake senza considerare o confrontarlo con il film originale? Eh la risposta la sappiamo tutti, non si può. Non siamo degli androidi in grado di cancellare dalla nostra mente qualcosa o di prendere in considerazione solo alcuni elementi. Mentre guardiamo Oldboy di Spike Lee, infatti, non possiamo non (ri)pensare al capolavoro di Park Chan-wook girato dieci anni prima e ispirato a un manga giapponese. Non possiamo guardare la faccia di Joe Doucett (Josh Brolin) e non paragonarla a quella di Dae-su. E’ impossibile! Se qualcuno di voi ci riesce alzo le mani, mi spiace, non ne sono capace. Tutto questo sproloquio solo per dire che messo a confronto con il film di Chan-wook, questo Oldboy di Spike Lee è brutto, insipido e copiaticcio. Certo non ci volevo io per dirlo, ma da qualche parte dovevo scriverlo.
La cosa che da più fastidio è che a girarlo sia stato proprio Spike Lee, un regista mica da ridere: uno che ha tirato fuori film che considero dei must see della cinematografia, uno che ha una sua tecnica di regia riconoscibile, uno che ci sa fare…cazzo! Solitamente per fare i remake prendono un regista semi-sconosciuto e gli piazzano in mano una sceneggiatura, copiata da una degli anni ’80 solitamente. Qui c’è Spike Lee. Uno che all’inizio dell’anno scorso si è incazzato a morte con Quentin Tarantino e, alla fine dello stesso anno, fa uscire un film che è la copia di una pellicola che lo stesso Tarantino ha definito “il film che avrei voluto girare io”…ma questo c’entra poco.
Dov’è il tormento interiore del protagonista? Dov’è il dramma finale? In realtà un po’ di dramma c’è, ma Brolin proprio non lo sa fare. Dov’è il senso profondo, egoistico e masochista della vendetta? Oldboy, prima di ogni cosa, è un film sulla vendetta, non un action movie. Spike Lee al termine del film dimostra solo una cosa: non ha capito il senso di Oldboy o forse glielo hanno solo raccontato e non se l’è mai visto.
Sono depresso…