Questo non significa affatto che i nazisti fossero felici che un nero avesse vinto l’imbattibile Luz Long e lo si capisce perché nella caterva di filmati approntati da Leni Riefenstahl per il film Olimpia, viene omessa la stretta di mano fra il campione tedesco e quello nero: i due infatti erano diventati nel frattempo amici. Ecco il vero scandalo da nascondere. E dopotutto che un nero fosse entrato nella leggenda dell’atletica piaceva poco anche all’America bianca dove c’era ancora la segregazione razziale, lo stesso Roosevelt non volle mai ricevere Owens.
Molto tempo è passato da allora. In apparenza però: è bastato che una ragazzina cinese, Ye Shiwen, battesse in piscina gli ipermuscolati atleti americani, che subito la stampa occidentale è stata certa del doping. Poi siccome gli esami non hanno accreditato questa tesi e anzi sono risultati perfettamente normali, ecco che si è passati a dire che gli atleti cinesi sono torturati e allevati come polli di batteria per vincere. Come se il doping e la “creazione” di atleti attraverso una sorta di monomania fossero sconosciuti in Occidente. Come se non fosse proprio da queste parti che è stato deformato il senso di prestazione fisica sino a farne una sorta di mostruosità. Ma insomma è intollerabile essere sconfitti sullo stesso terreno: pazienza fino a che vincono i neri, soprattutto se vincono per le bandiere occidentali, ormai dobbiamo accettarlo. Ma adesso ci si mettono anche i cinesi invece di continuare a fare vasi dell’epoca Ming e questo non lo si accetta, così come non si accetta che anche in Cina ci siano risorse per creare atleti in grado di vincere. Dunque se vincono è per via di misteriose sostanze, del ginseng, o di una vita che assolutamente non può essere “normale”, qualunque cosa si voglia esprimere con questa parola, anche se credo abbia a che fare con le possibilità di shopping.
La decadenza è drammatica, ma anche ridicola. Qualcuno avrà notato che da una quindicina di anni non si fa più del facile razzismo basandosi sui test del QI di cui la scuola americana è prodiga, diffondendo questa peste bubbonica, anche presso i cretini nostrani. Naturalmente queste cose non misurano l’intelligenza che è una cosa molto complicata, ma solo una serie di abilità nel fare i test: tuttavia il silenzio che è sceso dopo l’abbondanza di razzismo ipocritamente smerciato come oggettiva “constatazione”, non è dovuto tanto al political correct, ma alla orribile scoperta che i ragazzini asiatici ottengono punteggi migliori di quelli bianchi. Non c’è dubbio che essendo dopati e non potendo fare una vita normale o magari a causa del ginseng, i risultati siano sballati. Ma meglio non farlo sapere troppo in giro.