DAL PROSSIMO 13 DICEMBRE MILIONI DI CONSUMATORI ITALIANI ED EUROPEI scopriranno la presenza di un nuovo ingrediente in migliaia di prodotti alimentari. Stiamo parlando dell’olio di palma, una sostanza fino a oggi camuffata dietro la scritta “olii e grassi vegetali” in quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme, in vendita nei supermercati. Come ormai noto, l’ampio utilizzo di questa materia prima è dovuto sia al costo estremamente basso, sia al fatto di avere caratteristiche simili al burro. La produzione di palma, infatti, è correlata alla rapina delle terre e alla deportazione di milioni di famiglie africane e asiatiche (land grabbing). È inoltre causa primaria della deforestazione di aree boschive (prima causa di emissioni di CO2 nel Sud-Est asiatico) e della devastazione degli “habitat” naturali per lasciare spazio alle monocolture come quelle della palma da olio. Queste operazioni comportano anche gravi violazioni dei diritti umani, l’eliminazione della sovranità alimentare e la riduzione della biodiversità. Secondo alcuni nutrizionisti, poi, l’assunzione giornaliera di dosi elevate di questo ingrediente può risultare dannosa per la salute a causa della presenza dei grassi saturi. Ma allora perché viene utilizzato dalla maggior parte delle aziende alimentari? Semplice, perché costa poco e si presta a molti utilizzi.
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*Roberta Ragni
Redatto da Pjmanc: www.ilfattaccio.org