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Olio di palma: nemico per la salute o grasso vegetale innocuo?

Da Patrick9 @SpendoMeno
Se ne sta parlando molto, e non sempre in termini positivi. C’è chi dice sia cancerogeno, chi sia fonte di grassi nocivi; altri, ancora, dicono sia un grasso vegetale innocuo: stiamo parlando dell’ olio di palma, uno dei grassi vegetali più usati nella grande distribuzione (e non). Ma è davvero un nemico del nostro organismo?

Ecco quello che dovremmo sapere e nessuno vi dice.

Cos’è l’olio di palma

L’olio di palma è un grasso vegetale derivato dalle palme da olio. In qualità di grasso, appartiene alla famiglia degli oli vegetali saturi non idrogenati. Lo si è sempre usato, sia nell’industria alimentare, sia nella produzione di saponi e detergenti dedicati alla cura della persona: dal latte detergente, alla crema idratante. Sino a qualche anno fa era il secondo olio più usato dopo quello di soia. Oggi è passato al primo posto.
In realtà, dobbiamo scindere tra olio di palma, derivato dalla lavorazione dei frutti delle palme da olio, e olio di palmisto, prodotto a partire dai semi delle piante. Entrambi usati nell’industria alimentare, il primo è scelto per la preparazione di margarine o per sostituire il più tradizionale olio di oliva.
Il secondo, invece, ha una consistenza ed una resa molto particolare, che lo rende adatto alla preparazione di prodotti dolciari come la glassatura, le farcie di cacao o le canditure. Generalmente, tra i due, il più usato, e più deprecato, è proprio l’olio di palma, a causa dell’elevato utilizzo che se ne fa in molti prodotti confezionati e di origine industriale. Un accanimento che ha fatto nascere molte leggende metropolitane sulla sua presunta nocività e sul suo ruolo di “cattivo” nella nostra industria alimentare.

Ma quali sono le reali proprietà dell’olio di palma? E perché lo usiamo così tanto?

Le proprietà dell’olio di palma

L’olio di palma è un prodotto di origine vegetale e, come tale, è ricco di nutrienti indispensabili per il nostro organismo. L’olio di palma rosso, non raffinato, è ricco, infatti, di carotenoidi, in particolar modo beta-carotene e alfa-carotene, di vitamine del gruppo E ed è anche un dispenser naturale del famigerato coenzima Q10, ingrediente indispensabile anti-age. Inoltre, l’olio di palma è uno dei pochi vegetali, insieme al riso ed all’amaranto, in grado di produrre e sintetizzare squalene, una sostanza che in natura si trova in abbondanza nell’organismo degli squali, e che aiuta a mantenere idratato il nostro organismo.

L’olio di palma è privo di colesterolo

In qualità di grasso vegetale, l’olio di palma ha una componente che lo rende sicuramente un alleato: è assolutamente privo di colesterolo, e la sua assunzione non incide sul nostro organismo negativamente.
Ma, e c’è sempre un ma, ha una quantità di acidi grassi saturi pari, se non superiore a quella contenuta nel burro. Cosa significa? Che, a lungo andare e con un consumo eccessivo, l’olio di palma si può trasformare nel nemico numero uno per il nostro cuore e la nostra circolazione. Motivo per cui, l’OMS ha definito delle soglie di consumo massimo, pari al 10% del fabbisogno calorico quotidiano, ovvero circa 22g di olio di palma, su 2200kcal consumate al giorno.

E come molto spesso accade, il segreto è nelle quantità. Perché l’olio di palma non diventi cancerogeno, è bene farne un consumo moderato, calibrando bene i grassi che introduciamo nella nostra dieta, unitamente alle proteine animali ed agli zuccheri.

Perché usiamo l’olio di palma invece di altri grassi vegetali

A livello industriale, la scelta è caduta sull’olio di palma perché è un prodotto molto economico. La produzione e vendita dell’olio di palma, infatti, è di gran lunga inferiore rispetto alla produzione ed estrazione di qualsiasi altro olio o grasso alimentare, persino, del burro stesso. Un ingrediente a basso costo, anche grazie alla coltivazione intensiva che se ne fa, soprattutto in Indonesia e Malesia. Una coltivazione intensiva che con il tempo, e le richieste sempre maggiori, è diventata estensiva. Quest’ultimo fattore ha sollevato molti dubbi, poi confermati, in merito alla sostenibilità della sua produzione.

Perché dire si all’olio di palma

Nonostante i rischi legati alla presenza massiccia di acidi grassi saturi, l’olio di palma non sembra essere più nocivo di tanti altri grassi usati nella grande distribuzione. Seguendo una dieta equilibrata e salutare, calibrata nell’apporto di grassi e di proteine, possiamo dormire sonni tranquilli e concederci anche qualche golosità. Inoltre, quando leggiamo la famosa dicitura “senza olio di palma”, dobbiamo comunque stare attenti a cosa si è utilizzato per sostituire questo ingrediente. Perché non tutti i grassi vegetali sono amici. Basti pensare ai grassi vegetali idrogenati, un vero e proprio veleno per il nostro organismo anche se assunti in piccole dosi.
Quindi si all’olio di palma, se calibrato in una dieta sana e se assunto non in associazione con altri grassi idrogenati.

Perché dire di no all’olio di palma

La coltivazione estensiva ed intensiva ha causato la deforestazione di molte aree. L’uso massiccio e smodato ha snaturato la coltivazione stessa e causato ingenti danni al nostro clima. Uno dei principali motivi per cui alcuni marchi hanno abbandonato l’uso di olio di palma, è derivato proprio dalla non sostenibilità della sua coltivazione. Oggi, esiste un organismo internazionale, volto a certificare la sostenibilità delle coltivazioni da cui proviene l’olio di palma utilizzato: si chiama Rspo, Roundtable on sustainable palm oil e, insieme al Poig, Palm oil innovation group, certifica e approva i prodotti sostenibili.

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