olive di kalamata (elies kalamatas)

Da Great

L’importanza che aveva e ha questo albero dai tempi antichi a oggi, è enorme.
Simbolo della pace per tanti popoli, nella Grecia antica si usavano i rami per coronare i vincitori delle olimpiadi.
Pianta sacra della dea Atena, che ha regalato alla città che poi prese il suo nome, per diventarne la protettrice, vincendo la gara contro Poseidon.
I suoi frutti caratterizzano e identificano l’ intera alimentazione greca attraverso i millenni.Parlando di olive, questa è l’oliva per eccellenza. Conosciuta in tutto il mondo.Quella che viene in mente immediatamente quando si parla di olive. Forma allungata, colore violaceo intenso e sapore inimitabile.
La cultivar è diffusa nella zona di Messinia, (Peloponneso del sud), e i suoi frutti, olive nere da tavola, prendono il nome dal capoluogo, Kalamata.Nella zona di produzione, l’ulivo si trova già dal   12 secolo a.C, come dimostrano gli scavi che hanno portato alla luce il palazzo del re di Messinia, Nestor
L’intera area, favorita dal clima e dall’ esposizione solare, è un immenso uliveto.Le olive si raccolgono mature dall’albero a mano, per proteggere la polpa sensibile, da Novembre a Gennaio.
Si incidono in senso longitudinale e si mettono in salamoia con sale marino, successivamente si spostano in una miscela di acqua, aceto di vino e sale, e alla fine si mettono nei contenitori coprendole con olio di oliva.
Messe nell’insalata paesana sono al top. Mangiate come stuzzichino per accompagnare un bicchiere di vino o di ouzo sono una delizia.
Nota autobiografica: buona parte dei greci fino a qualche decennio fa, usavano preparare le olive in casa. Io appartengo a una famiglia di quei greci. Mia madre le faceva tutti gli anni. Nere, verdi, schiacciate o incise, e riempiva delle giare.
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