Olivo bonsai, un toscano DOC!

Da Gianni


Ciao a tutti, come si deduce dal titolo, da buon toscanaccio non posso esimermi dal parlarvi di un’essenza tra le più usate per la realizzazione di bonsai. La facilità di coltivazione e la sua elevata resistenza alla siccità e agli stress in generale, fanno di questa specie una delle più facilmente adattabili a svariati tipi di clima, seppur con qualche accortezza. Quindi se non lo aveve ancora fatto, prendetevi un paio di questi “carrarmatini” e cimentatevi!!!

Esposizione e Annaffiatura

Come si può facilmente intuire, essendo un’essenza tipicamente mediterranea, l’olivo resite bene al caldo per cui deve essere sempre tenuto in pieno sole tutto l’anno, affinchè si formino foglie più piccole e coriacee. Al limite, nei periodi di gran caldo, quando l’evaporazione dal terriccio è elevata, nel caso di vasi di piccole dimensioni  si può provvedere ad ombreggiare leggermente per evitare colpi di secco. Nell’inverno, al centro-nord dove la temperatura è più rigida,  è bene ripararlo in serra fredda (o, per esempio, nel vano scale dove non riscaldato) per evitare gelate. Riguardo al regime di irrigazione vale sempre la stessa regola: durante il periodo vegetativo, bagnare abbondantemente quando il terriccio è asciutto in superficie per garantire un corretto apporto idrico e contenere le dimensioni delle foglie. Al contrario nei mesi invernali evitate di tenere troppo inzuppato il terreno, che non deve assolutamente gelare. 

Rinvaso e Concimazione

Nel caso in cui vi siate procurati il classico olivo in vasetto dal vostro vivaio, dopo aver verificato lo stato del terreno,  la prima cosa da fare (ovviamente quando il periodo è propizio in marzo-aprile) è rinvasare,  poichè di solito ci si trova di fronte ad un mattone di argilla che in breve tempo porterà la pianta a morte certa.  ATTENZIONE: per il rinvaso lavate totalmente con un getto di acqua (si avete capito bene!) il pane radicale, tagliare le radici marce o secche, togliere tutte le foglie (tagliandole) e rinvasate in una miscela composta da 80% pomice ben lavata e 20% terriccio universale.  Per i primo periodo incappucciate con un sacchetto trasparente finchè non abbia rigermogliato vistosamente,  fissate bene la piantina, poichè il composto è abbastanza incoerente e finchè le radici non saranno sviluppate questa non sarà ben salda al terreno. Per la concimazione l’olivo non necessita di particolari accortezze. Usate un concime organico a lenta cessione circa ogni 4-6 settimane, da aprile a settembre.

Potatura e Legatura

La potatura di formazione il taglio dei rami di grosse dimensioni si esegue a fine inverno-inizio primavera, quando la linfa ricomincia lentamente a circolare. Infatti l’olivo è un po’ permaloso e può avere dei ritiri di linfa anche consistenti, specialmente se si opera in autunno o inverno. La cimatura dei germogli la si fa man mano che i getti avranno raggiunto le 4-6 foglie, per evitare l’eccessivo allungamento degli internodi. Riguardo all’applicazione del filo, è bene agire al di fuori dei periodi di massima spinta vegetativa per evitare distacchi del tessuto cambiale e il veloce incarnimento del filo. Da Aprile a settembre, evitando il mese di luglio, direi che è un buon periodo per la filatura.

Parassiti e Malattie

Essendo una delle più diffuse coltivazioni in campo agricolo, l’olivo certo non è indenne da parassiti e avversità, ma la robustezza e la forte capacità di adattamento fanno si che abbia sviluppato una notevole resistenza agli attacchi.

Riguardo ai fitofagi, possiamo citare la tignola, che oltre ad attaccare i frutti erode anche i germogli e le giovani foglie. Il rimedio è chimico, utilizzando insetticidi sistemici poichè è difficile vederli in azione e colpirli per contatto.

Altro fetentone è certamente l’oziorrinco, un coleottero che si nutre delle foglie causando le caratteristiche erosioni circolari (facilmente riconoscibili). Anche in questo caso un buon insetticida sistemico certamente può risolvere il problema, irrorando anche il terreno poiché per terra sono presenti le larve. Ricordatevi di fare i trattamenti alla sera, visto che l’insetto è attivo prevalentemente di notte.

Altro fitomizio da non sottovalutare è la cocciniglia, nella versione grano di pepe o cotonosa. Può essere molto dannosa perchè succhia la linfa dalle parti verdi e allo stesso tempo produce la melata, un liquido zuccherino che va a depositarsi sulle foglie causando la fumaggine, cioè un fungo che porta rapido deperimento della chioma. potete usare efficacemente la soluzione maccanica, rimuovendole a mano, oppure usare olio bianco minerale, facendo attenzione a non bagnare il terreno. In seconda battuta, per debellare afficacemente la fumagginepassate un buon rameico, ma soprattutto tenete la pianta al sole e in un posto ventilato.

Altra malattia fungina è L’occhio di pavone che forma le caratteristiche chiazze giallo-violacee circolari sulle foglie. Può essere causato dalle cattive condizioni ambientali ma anche da un eccessiva concimazione azotata e si combatte con prodotti rameici per contatto.

Ultimo, ma non per importanza, è il marciume radicale, che si combatte in via preventiva con un buon terriccio drenante e corretta arieggiatura del terreno. Vi assicuro che, una volta attaccata da marciume radicale, una pianta difficilmente si riesce a recuperarla. Possiamo utilizzare dei fungicidi sistemici a base di fosetil alluminio(Aliette), somministrandoli nel pane radicale per irrorazione, ma uomo avvisato…

In generale, comunque, la lotta alle avversità è sicuramente meglio farla a livello preventivo che curativo: sopratutto nel periodo autunnale-invernale passate dei prodotti rameici per preparare le piante al’inverno per scongiurare attacchi per l’anno successivo.

Buon Bonsai!!


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