Ollino risponde a Galvagno: “Il senso del 25 Aprile non cambierà!”

Creato il 28 aprile 2011 da Palotto

Caro sindaco,

ho letto avidamente i commenti sulla discussione nata il 25 Aprile in piazza San Secondo in seguito al suo intervento, non pacato e ammiccante come al solito in certe occasioni, ma accusatorio e polemico. Probabilmente scatenato degli interventi precedenti, tra i quali immagino anche il mio, poi Bisca, poi Gerbi, e precedentemente l’avvocato Cardello, lei è arrivato a dire come riporta la Sua intervista su La Stampa del 27 aprile: ”Dal prossimo anno si cambia! Basta comizi il 25 Aprile. Basta con l’odio e lo scontro politico in piazza ma solo condivisione e mamme e bambini che cantano Bella Ciao”.

Io le posso assicurare che non le sarà così semplice snaturare o semplificare riducendolo alla caricatura di se stesso il 25 Aprile astigiano, che non riuscirà a bandire le autorevoli opinioni di persone come l’avvocato e vice presidente dell’ANPI Cardello, o le testimonianze di un partigiano allora quindicenne come Gerbi. Le posso assicurare che il vero senso della celebrazione della Liberazione dal nazi-fascismo non è racchiuso nei gonfaloni, nelle uniformi delle forze dell’ordine e della banda, nella pomposità istituzionale che obbliga certi esponenti della giunta, anche ex missini come Ebarnabo, a partecipare. Il vero senso di questa data è racchiuso nella folta partecipazione di persone consapevoli e libere alla manifestazione, è racchiuso nello stazionare silenzioso di queste persone in piazza ad ascoltare chi ha l’onore di intervenire.

Per questo io penso che il suo proclama sia stato affrettato, di cattivo gusto. Ma soprattutto irrealistico. Perchè il prossimo anno le posso assicurare che non cambierà proprio nulla se non una ancora maggiore partecipazione alla manifestazione e presenza in piazza, e con me glielo assicurano centinaia e centinaia di cittadini, e non solo i già comunque numerosi partecipanti di lunedì. Le critiche al suo partito e al suo governo, al suo operato di sindaco continueranno a piovere numerose, anche al 25 Aprile, fino a che il suo partito, il suo governo, il suo operato come sindaco e la situazione di disfacimento democratico del paese daranno adito al formarsi di critiche, sempre più numerose anzi! Non c’è momento più politico della commemorazione della Liberazione di un paese dal giogo della dittatura nazifascista quando la situazione attuale fa riaffiorare non di rado i timori di un ritorno all’autoritarismo, certo diverso da allora, ma sempre pericolosissimo, da criticare, e soprattutto combattere.

Il 25 Aprile non si tocca.

Nicolò Ollino



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