Non so bene come spiegarlo, ma a me sembra che ormai siamo “oltre”. Oltre la possibilità di immaginarci qualcosa di positivo connesso alla sua sparizione (mi auguro politica ancor prima che fisica). Tutti sono più o meno convinti che ormai siamo giunti alla fine, che non tarderà molto il momento in cui questa penosa stagione si chiuderà per sempre, il momento in cui, soprattutto, all’ingombro della sua presenza comincerà a sostituirsi l’ingombro del suo ricordo (qui penso a una digestione particolarmente lenta e faticosa). Eppure, nonostante questa convinzione, prevale la sensazione che dopo non sarà meglio. Tutti i problemi non risolti, incancrenitisi fino al livello di una evidente necrosi, continueranno a non essere risolti, continueranno ad opprimerci per anni, forse per decenni. E a chi li dovrebbe risolvere, questa la cosa più dolorosa, rimarrà appiccicato addosso persino l’odore nauseante appreso da questi anni, lunghissimi anni, maturati in un infruttuoso, triste, disperante accanimento contro di lui. Occorrerebbe una svolta logicamente impossibile. Che qualcuno o qualcosa potesse compiere il miracolo di riuscire a farlo non essere stato.