"Oltre i Cinque Cerchi": Caruana sulle orme degli illustri giocatori italiani del passato

Creato il 02 marzo 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra
Nel corso del 500' il gioco degli scacchi si diffuse in tutta Europa. In Italia, in particolare, gli scacchisti più forti venivano contesi dai sovrani degli stati della penisola e da quelli delle monarchie europee più importanti: Leonardo Giovanni da Cutro, detto "il Puttino", Paolo Boi, chiamato "il Siracusano" e nel secolo successivo Giocchino Greco, detto "il Calabrese", incominciarono a peregrinare per tutto il Vecchio Continente, passando da una corte all'altra e sfidando altri scacchisti in prestigiosi tornei con ricchi premi.
 Sempre nel XVI secolo Giulio Cesare Polerio "l'Abruzzese" e nell'Ottocento Serafino Dubois venivano considerati tra i più forti giocatori a livello internazionale. In Spagna, addirittura, divenne il gioco ufficiale di corte. Un sacerdote modenese, Domenico Ponziani, teorico degli scacchi, definì questo gioco come "una viva immagine della guerra e non equivoca prova della umana sagacità fu sempre la delizia dei grandi e dei dotti".  
Nei primi anni del 900' un altro scacchista del Bel Paese, Stefano Rosselli Del Turco, si affermò nel panorama internazionale sconfiggendo nel 25' Siegbert Tarrasch, Gran Maestro tedesco che l'anno seguente si laureò campione del mondo.
A partire dagli anni 60' un altro italiano, Sergio Mariotti, si fece notare per le sue qualità. Nato a Firenze nel 1946, Mariotti incominciò a giocare a scacchi a 14 anni e sin da subito riuscì ad ottenere ottimi risultati, vincendo diversi tornei importanti e classificandosi al terzo posto alle Olimpiadi di scacchi a Nizza nel 1974. Tuttavia non diventò mai un professionista poiché teneva molto al suo lavoro in banca e giocare troppo tempo a scacchi sarebbe stato controproducente per la sua attività lavorativa. A tal proposito il campione del mondo sovieticoMichail Tal' disse: "E' un vero peccato che non abbia avuto il coraggio di fare lo scacchista professionista. Se non avesse scelto la banca, sarebbe diventato uno dei più forti giocatori del mondo".
L'Italia dovette aspettare ancora qualche decennio per trovare un giocatore in grado di dedicarsi a tempo pieno a questa disciplina. Nato nel 1992 a Miami, Fabiano Caruana iniziò sin da subito a giocare a scacchi grazie al supporto dei genitori siciliani che non badarono a spese per farlo allenare dai più illustri allenatori presenti negli Stati Uniti. A 10 anni attirò l'attenzione degli appassionati, sconfiggendo a New York il Grande Maestro Aleksander Wojtkiewicz. Trasferitosi in Europa, nel 2007 diventò il più giovane Gran Maestro italiano della storia e uno dei primissimi a livello internazionale. 
In un'intervista dell'anno scorso il giovane italoamericano si pose come obiettivo quello di riuscire ad entrare tra i primi dieci della classifica mondiale entro il 2012. Qualche giorno fa Caruana è riuscito a realizzare il suo sogno, salendo in settima posizione nell'Elo, ossia il metodo che ideò un professore di fisica statunitense (Arpad Emrick Elo) per stimare il reale rendimento di un giocatore.  
Il prossimo traguardo sarà quello di superare i 2800 punti Elo, soglia superata sino a questo momento soltanto da Kasparov, Kramnik, Topalov, Anand e Carlsen, attuale numero 1 al mondo. Il talento sicuramente non manca e l'impressione è che il bello debba ancora venire. Francesco Drago

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