L'iconica prigione statunitense fa da sfondo per la nuova avventura firmata Daedalic Entertainment
Il contatto diretto con gli studi di sviluppo è uno dei lati più interessanti del lavoro del giornalista videoludico. Saltare l'intermediazione del publisher permette spesso di scoprire dettagli sul processo produttivo, di ficcanasare tra gli uffici, di bersi una birra con chi i giochi li crea in prima persona. Il nostro incontro con 1954 Alcatraz è diviso in due fasi, una prima ad Amburgo ospiti di Daedalic Entertainment, ed una seconda, più approfondita, con una prova del codice preview. In Germania abbiamo incontrato un'avventura grafica dallo stile intrigante e dalle premesse adulte, e in Italia abbiamo potuto passare diverse ore in sua compagnia per darne una valutazione in anteprima, valutazione che ora vi proponiamo, in attesa dell'uscita definitiva prevista per il febbraio 2014.
Frisco Confidential
San Francisco è una delle città più europee degli Stati Uniti, o almeno così si usa dire. Saranno i tram che arrivano direttamente da Milano, le casette colorate, o il contrasto con la vicina e americanissima Los Angeles, fatto sta che la regina della Bay Area riesce sempre, o quasi, a conquistarsi un posticino speciale nelle preferenze dei visitatori dal Vecchio Continente. La storia che andiamo a raccontare oggi, invece, è di quelle tipicamente statunitensi, avvolta nei fumi di sigarette e sigari, accompagnata da uno smooth jazz e con un sapore forte di bourbon, o scotch whisky, a seconda delle preferenze.
E' una storia di criminali vestiti eleganti, di locali notturni, sono gli anni Cinquanta e Joe è dietro le iconiche sbarre di Alcatraz per una rapina finita male, e nei piani dell'amministrazione carceraria dovrà rimanerci per una buona quarantina d'anni. Joe però è di tutt'altro avviso, e inizia fin dai primi istanti di gioco a pianificare la fuga verso la libertà, oltre le sbarre, oltre le acque della baia, ma soprattutto oltre a quel Mickey che rivuole i suoi soldi, e che minaccia di uccidere Crhistine, la moglie. Saltiamo da un personaggio all'altro senza soluzione di continuità (tranne in alcuni frangenti obbligati), ora siamo Joe tra i corridoi ed il cortile del famoso penitenziario, ora siamo Cristine in una San Francisco dai toni noir e quasi bohèmienne, unico contatto del marito con il mondo reale, in bilico tra criminali, poeti, matrone e quei soldi che devono saltar fuori. Il sistema di scelte proposto al giocatore permette, tramite i dialoghi, di selezionare la via da far prendere ai due protagonisti di questa storia, a volte prendendoli per mano per far proseguire la narrazione, altre lasciando piena libertà di sperimentare, e magari di sentirsi un po' sporchi dopo avere preso quella scelta che sapevamo sarebbe finita col fare del male a qualcuno. I temi trattati in 1954 Alcatraz non sono PEGI 7: qui si parla di morti, di tradimenti, di violenza e di sesso, e anche se a schermo non appare poi così tanto, l'aria che si respira giocando è comunque più che convincente.
Interfaccia conosciuta
Se l'atmosfera evocata dal titolo Daedalic Entertainment stuzzica per le sue peculiarità, non possiamo dire certo lo stesso per un sistema di controllo decisamente standard. Le schermate che ci troviamo ad esplorare sono un mix di due e tre dimensioni con la telecamera che rimane sempre fissa in un punto, da un lato delimitando utilmente l'area dell'azione, ma dall'altro frammentando lo scorrere degli eventi a causa di caricamenti non proprio fulminei. Attenzione, il codice che abbiamo provato non è quello definitivo ed i caricamenti potrebbero subire drastici tagli nel prodotto completo, quindi non saltiamo a conclusioni affrettate nel giudicare negativamente un aspetto ancora in bilico. Nonostante la provvisorietà del materiale provato, già dalla nostra anteprima possiamo dire che il doppiaggio dei personaggi è stato realizzato con particolare cura (in inglese, così come i sottotitoli) e che le voci possono molto nel caratterizzare degli attori altrimenti non sempre indovinati. A partire dai protagonisti, tutti i personaggi di questa avventura grafica non brillano per personalità, in alcuni casi proprio deludendo, anche a causa di uno stile artistico che restituisce volti eccessivamente deformati ed animazioni appena sufficienti. L'impressione è che si cercasse la personalità in tratti molto caratterizzati, ma che la matita degli artisti sia sfuggita di mano e le cose siano virate eccessivamente verso l'estremizzazione delle linee.
Fronte sul quale siamo invece pienamente soddisfatti è quello sonoro, oltre ai citati doppiaggi sono le musiche originali a meritare una menzione d'onore per qualità produttiva e coerenza con l'ambientazione. Ecco, le ambientazioni sono realizzate generalmente bene, alcune più convincenti di altre, ma tutte piuttosto semplici da esplorare: il livello di difficoltà dell'avventura è infatti tarato verso il basso e le semplici meccaniche di raccolta e combinazione degli oggetti raramente richiedono uno sforzo particolare al giocatore, anche se su questo punto rimandiamo il commento finale ad una prova del titolo nella sua interezza. Daedalic Entertainment si avvicina dunque al termine del processo produttivo di 1954 Alcatraz con un prodotto che sembra in grado di convincere l'appassionato di avventure grafiche, a patto di apprezzare la particolare ambientazione scelta ed i toni noir e maturi, seppur mai pesanti nonostante le tematiche trattate. La data d'uscita non è ancora confermata, ma sappiamo che l'unica cosa che manca al prodotto è la completa localizzazione in inglese (niente italiano in vista), quindi la deadline del prossimo febbraio dovrebbe essere rispettata.