Omaggio all'esordio simbolico-metafisico di Guttuso

Creato il 03 gennaio 2012 da Angeloferito
   Un giovanile autoritratto di Renato Guttuso  (collezione privata)
Renato Guttuso nacque a Bagheria il giorno di Santo Stefano dl 1911 ma all'anagrafe per polemica ed esplicita volontà paterna, la sua nascita fu annunciata il 2 gennaio del 1912, giusto cento anni fa.
Ieri sera, sul tardi, RAI STORIA , un canale digitale fra i più interessanti e vero esempio di servizio pubblico a favore della Cultura e della Memoria (guai a snaturane l'attuale fisionomia!) ne ha ripercorso la carriera artistica con interviste e opere poco conosciute.
In questo omaggio alla sua figura d'artista di  cultura  e impegno sociale, attraverso la sua pittura espresionistica e realistica, ecco un omaggio al suo esordio simbolico-metafisico poco conosciuto.
Guttuso già giovanissimo capì che per crescere umanamente e artisticamente occorreva aprirsi al mondo, ai nuovi fermenti culturali e cambiare città. Ebbe così modo di confrontarsi e conoscere le personalità in vista del  tempo; i primi lavori pittorici risentono così degli influssi ricavati dal Futurismo, dal Simbolismo e dalla Metafisica. Certo,  per la sua origine  e la sua natura restava, sempre comunque legata al colore espressionistico che nel tempo si preciserà sempre più carico di ideologia politica e di forza e denuncia sociale.
In pieno Fascismo Guttuso è chiamato alla Quadriennale di Roma con un olio intitolato Palinuro, simbolicamente metafisico, e proprio l'anno in cui la Qadriennale rifiutava invece di esporre il vero grnde metafisco, de Chirico.
Sempre negli anni giovanili del Fascismo, nonostante da studente l'artista avesse fatto parte, come quasi tutti gli studenti dll'epoca, del GUF, la sua ispirazione e vocazione pittorica andava prendendo le occasioni di una polemica  con quadri come "La fucilazione" e "La fuga dall'Etna". Con la famosissima "Crocifissione" dei primi anni quaranta, la sua denuncia  ormai  è talmente manifesta, al punto che  il quadro susciterà scandalo e la riprovazione da parte dei rappresentanti della  Chiesa e del Regime.
  (Antonio Miredi)
                                 Guttuso, Il faro   olio del 1931
L'atmosfera dichiaratamente metafisica dell'opera ha qui la solitudine e la calura di una citttadina marina mediterranea.
   Guttuso,   Palinuro  1931
In questo corpo di  giovane morto  naufrago  nudo c'è il canto simbolico-mitico della classicità ammantata di richiamo alla bellezza dell'antica grecità cantata da Omero e poi ripresa da Virgilio
Palinuro er infatti il fedele nocchiero di  Enea,  "sacrificato" dalla volontà dei Numi per permettere al Principe troiano di giungere a destinazione. La modernità di una psicoanalisi divulgatrice e approssimativa  ha "trasferito" il sacrificio di Palinuro, nella galleria dei tanti complessi d contemporanei. In  questo caso il Complesso di Palinuro inteso come l'incapacità di finire un progetto o di arrivare a una conclusione proprio quando tutto sembra a portata di mano. Nel mito di Palinuro l'eroe naufraga proprio di fronte alla costa campana che ancora oggi porta il suo nome.

   Il suggestivo Capo Palinuro
   Guttuso, Fuga dall'Etna 1938
In questa "fuga" l'espressionismo realista dell'artista ha tutta la maturità e la forza vorticosa  sociale di tante altre opere successive. Evidenti e nascosti ci sono anche citazioni al Futurismo di Boccioni e al Cubismo di Picaso.
   Boccioni, La città che sale
   Picasso, dettaglio da Guernica del 1937
   Guttuso, La Crocifissione 1941
Un martirio del Cristo ai giorni oggi. Lo stesso Guttuso dichiarò che in questo quadro vi aveava inserito tutti coloro che ancora subissconi "oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee".
Il groviglio vorticoso dei corpi nudi,  persino Maria  appare nella sua umana  drammaticità di corpo senza veli, i colori accesi, la denuncia di ogni violenza e sopraffazione, furono per la Chiesa e il Fascismo, seppure con diverse angolazioni e motivazioni, motivo di scandalo e vergogna.
   Guttuso, Fucilazione in campagna, 1937
Questa fucilazione fu ispirata dala vile e atroce fucilazione subita in Spagna dal dolce e grande poeta Garcia Lorca. Guttuso amò per tutta la via anche la forza della poesia che vedeva anche nel rosso acceso delle sue tante bandiere rosse del PCI in cui  poi militò.
 
 Dai "Sonetti dell'amore oscuro" di Lorca   Sonetto del dolce lamento
"Tengo miedo a perder la maravillade tus ojos de estatua, y el acentoque de noche me pone en la mejillala solitaria rosa de tu aliento.
 Tengo pena de ser en esta orillatronco sin ramas; y lo que màs sientoes no tener la flor, pulpa o arcilla,para el gusano de mi sufrimiento.
 Si tù eres el tesoro oculto mìo,si eres mi cruz y mi dolor mojado,si soy el perro de tu señorìo, no me dejes perder lo que he ganadoy decora las aguas de tu rìocon hojas de mi otoño enajenado.
 Temo di perdere la meravigliadei tuoi occhi di statua e la cadenza che di notte mi posa sulla guanciala rosa solitaria del tuo respiro.
 Temo di essere lungo questa rivaun tronco spoglio, e quel che più m'accoraè non  avere fiore, polpa, argillaper il verme di questa sofferenza.
Se sei tu il mio tesoro seppellito,la mia croce e il mio fradicio dolore,se io sono il cane e tu il padrone mio non farmi perdere ciò che ho raggiuntoe guarnisci le acque del tuo fiumecon foglie dell'autunno mio impazzito." (Traduzione di  Claudio Rendina) 
   Il sonetto ripreso nel divertssement audiovisivo, comunque originale, di  Yozatarra  (risorsa YouTube)
   L'omaggio a Lorca dell'intensa voce di Amacio Prada
 (Da risorsa YouTube ): documental Pra Habana..., filmado en febrero de 2009. Semana Cultural "Leoneses en La Habana", organizada por la Embajada de España. Más videos en http://www.amancioprada.com

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