Mettiamo subito le cose in chiaro, questo disco non mi è proprio piaciuto. Così chi ha fretta può già saltare alla prossima recensione, chi ha più tempo può invece scoprire un po’ di motivi per evitare Arise, non sia mai che vi finisca in mano. Partiamo dalla copertina. Da una decina d’anni almeno Photoshop viene usato sapientemente per realizzare grafiche piacevoli che spesso nemmeno tradiscono le origini digitali, mentre la copertina di Arise sembra uscita dal 1996, Photoshop 4.0 a esagerare, ci si avvicina pericolosamente agli abissi di orrore di Theli dei Therion, per chi si ricorda quell’obbrobrio. Passiamo alla musica. Il riferimento degli Omega Reign è il powermetal-powerthrash americano, a volte progressivo. Vengono alla mente tanti bei nomi, quindi: Metal Church, Queensryche, Anthrax periodo Spreading The Disease, certi Megadeth, ultimi Death Angel all’epoca del primo scioglimento, Savatage… le intenzioni sono buone, insomma, ma i risultati, beh… i pezzi sono assolutamente monotoni, i tempi quasi esclusivamente medi non aiutano, ancora meno la presenza abbondante di riff scontati, poi la ricerca di atmosfere drammatiche attraverso le armonizzazioni con le tastiere contribuisce altrettanto alla noia. La voce è però l’aspetto peggiore: petulante, monocorde, fredda, e se in certi punti non stecca è solo perché possiamo parlare di gusto armonico pessimo. La mia non è una presa di posizione aprioristica, badate bene: sono un grande fan di Scott Jeffreys dei Confessor tanto per fare un esempio, e definirlo ostico è fargli un complimento, ma questo qua proprio non si regge. Non rimane altro da salvare se non la buona tecnica, che, ovviamente, non basta, altrimenti Little Tony sarebbe stato grande come Elvis (R.I.P., a proposito). Voto: studiare meglio i classici.
Tracklist
01. Will The Light Come
02. Bitter
03. Doomsday
04. Prison In Your Eyes
05. Nocturnal
06. The Way You Lived
07. This Poem Is Goodbye
08. Invisible World / The Eidolon
09. Killer