Omicidi in Regione, presidiati gli uffici con guardie armate, è questa la soluzione giusta?

Creato il 15 marzo 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Riceviamo e pubblichiamo

La Regione ha risposto al tragico omicidio delle sue due impiegate presidiando con guardie armate gli accessi alle proprie sedi.  Una risposta inadeguata ed inutile perché non affronta alla radice il problema, non approfondisce le cause che in una mente malata hanno scatenato la furia omicida. Un sistema burocratico che non serve il cittadino, non ne agevola le attività, ma le ostacola fino ad impedirle con una serie infinita di lacci e laccioli che vengono frapposti alle esigenze di impresa; la sensazione che c’è spazio soltanto per gli amici degli amici,  provoca rabbia e risentimento quando avviene in tempi “normali” e diventa insopportabile in un periodo di drammatica crisi economica come quella che stiamo vivendo; aggiunge esasperazione ad esasperazione e può provocare le inqualificabili e folli reazioni a cui abbiamo assistito contro due impiegate, vittime pur esse di un sistema clientelare perverso che da decenni opprime la nostra regione. Piangerne oggi la scomparsa serve a poco. Per onorarne la memoria occorrerebbe un impegno serio di chi governa la Regione per rendere la burocrazia amica del cittadino e non il principale ostacolo alle sue attività, aprirsi alle esigenza della collettività e non chiudersi a riccio nel Palazzo alzando la barriera delle guardie armate.

Carla Spagnoli -  Pres. On. del Movimento per Perugia



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