Omicidio Loris, chi è davvero Veronica Panarello

Creato il 18 dicembre 2014 da Nicola933

Chi è davvero Veronica Panarello? È una mamma affettuosa e attenta, come dice qualcuno, oppure è una donna squilibrata, pericolosa e con gravi problemi psicologici?" E questa la domanda alla quale i giudici del Tribunale di Ragusa stanno cercando di dare una risposta. In questa fase dell'inchiesta, infatti, ricostruire la reale personalità di mamma Veronica, indagando nel suo passato, non significa certo andare alla ricerca di dettagli morbosi in modo gratuito e inopportuno. Anzi, secondo gli inquirenti, per provare a capire meglio cosa sia successo quel maledetto 29 novembre, bisogna necessariamente "cercare nel vissuto della signora".

DENUNCIATA PER AVER AGGREDITO UN'AMICA Il suo sembra un destino segnato fin dall'infanzia. Sorella di quattro fratelli concepiti con tre uomini diversi, Veronica Panarello, da piccola, ha abitato con la madre e l'allora convivente a Cairo Montenotte, un paesino in provincia di Savona. Qui, all'età di 11 anni, quando ancora andava alle scuole elementari, un giorno la giovanissima Veronica fece finta di essere stata aggredita da un compagno di classe. Due anni dopo, non contenta, picchiò un'altra compagna di scuola tanto forte da fratturarle le costole. Quell'attacco di collera inspiegabile, a soli 13 anni, le costò anche una denuncia. Veronica era una bambina violenta, dunque. Manesca e vendicativa, per non dire mi- tomane. Possibile, quindi, che già allora la mamma di Santa Croce Camerina manifestasse quell'"indole malvagia" e quell'innato "cinismo" di cui parlano oggi gli investigatori? Le parole del giudice per le indagini preliminari, dopo tutto, sono state molto chiare: Veronica Panarello ha manifestato la sua "evidente volontà di infliggere una sofferenza alla vittima, con un'azione efferata, rivelatrice di un'indole priva del più elementare senso di umana pietà". Ma perché? Per quale motivo, fin da ragazzina, Veronica manifestava un carattere così diffìcile? Di certo la situazione famigliare in cui è cresciuta non è stata delle più semplici.

Veronica, infatti, ha vissuto senza sapere chi fosse realmente suo padre fino all'età di 14 anni. Forse anche per questo sembrava disposta a tutto pur di attirare l'attenzione su di sé. La sua burrascosa adolescenza, infatti, è stata segnata anche da due tentativi di suicidio. Il primo nel 2003, a soli 15 anni, dopo una banale lite con i suoi compagni di classe. Presa dalla rabbia, bevve un grosso quantitativo di candeggina, ma riuscì a salvarsi. L'anno successivo, nel 2004, ci riprovò in seguito a un diverbio con il convivente della mamma. La famiglia era da poco ritornata in Sicilia ed era andata a vivere in una zona di campagna vicino a Santa Croce Camerina. Per mettere in scena il suo suicidio, questa volta, scelse il modo più tragico e plateale: prese un tubo nero dell'irrigazione, lo legò a una trave e cercò di impiccarsi. Anche questa volta la ragazzina fu salvata in tempo: il tubo si ruppe e lei fu ricoverata nel reparto di Psichiatria dell'ospedale di Ragusa. La giovane Veronica, tuttavia, era già seguita da una psicoioga per la sua "personali tà molto problematica:


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