Questa storia comincia il primo venerdì di aprile, giorno di ricevimento genitori generale dell'Onda (e anche, che è più importante, di consegna pagellini). La 'povna - fedele a quell'antica promessa che la vuole presente nella loro vita finché non si diplomeranno - si fa trovare pronta e - anche se il dubbio che un pezzo di filo sia disperso la ossessiona ormai da molto - sta lì a chiacchierare con tutti loro. Qualcosa però, da subito, non va per il verso giusto. Mamme e babbi in arrivo e in anticipo vengono convocati nella classe del Consiglio: d'urgenza, alla spicciolata. Quando riaprono la porta i loro visi sono pallidi, le parole stentano a uscire. Pare che, nel corso di un'arringa molto secca, il coordinatore (ingegner Esagono) li abbia avvertiti del rischio che corrono: le insufficienze attraversano, pesanti, oltre i 2/3 della classe. Lo spettro di una bocciatura di massa grava su tutti loro. La 'povna ascolta le notizie in silenzio: poi commenta, consola, consiglia. E, soprattutto (secondo un'inveterata abitudine), si fa mostrare questi voti terribili - per capire di che morte dovrebbero morire. E' a questo punto - al quarto pagellino, certo, non brillante, ma neppure inguardabile - che qualcosa scatta. E la 'povna, perplessa, si lascia prendere dai dubbi, chiedendosi per la prima volta se non abbia inteso male. Capita infatti che, prima dell'Onda, si sia trovata ad assistere anche ai ricevimenti dei Bufali dell'Orda. E capita anche che, di fronte a delle pagelle ignobili che le hanno comunque tutti mostrato più o meno obtorto collo, nessuno dei piùcheretti si sia fermato a pronunciare la parola "ti boccio", ma abbia solo accennato, mellifluo, alla possibilità di rimandare.
Il tempo, si sa, è comunque bastardo. E la 'povna ha bisogno di dormire sopra la sua intuizione. Dopo avere salutato - baci e abbracci - i suoi compagni di avventura di un tempo, sale sul treno del ritorno in preda a turbamento e profonda riflessione.
"Sai" - rivela il lunedì successivo a Mafalda - "sono rimasta perplessa dal ricevimento dell'Onda: tutto questo gridare alla bocciatura e allo scandalo. Secondo me, c'è qualcosa che non quadra".
Il qualcosa, la 'povna, ha intanto fatto in tempo a elaborarselo nel fine settimana. Si tratta, niente meno, di sordide ragioni di numeri. Molto in breve: poiché pare che l'anno prossimo le quarte siano a rischio, i piùcheretti hanno pensato bene di giocare di anticipo: nessuna bocciatura sulle terze (tra cui l'Orda); viceversa, licenza di uccidere sulle attuali quarte, ché tanto in quinta ci vanno pure se fossero due cani e quattro gatti, e tutto il resto potrebbe servire a rimpinguare.
"Che ne dici? Ti sembra plausibile?" - domanda la 'povna con ansia malcelata a Mafalda.
"Può essere" - ribatte lei con la consueta pacatezza - "in ogni caso, i pagellini sono nello scaffale della segretaria scema: se vai con non-chalance quella nemmeno se ne accorge, e ci metti un minuto, a controllare".
Detto e fatto. Il sistematico sguardo sulle valutazioni di metà quadrimestre conferma alla 'povna tutti i suoi timori. Perché i voti dell'Onda - per quanto non entusiasmanti - non sono certo peggio di quelli dei Bufali. Ma ben diverso è il grado di spavento che alle due classi si è voluto far provare.
Ce ne è abbastanza per passare all'attacco, ed è quello che la 'povna vuole fare. Approfittando di un 'a parte', rivela a Calvin e Nana i suoi sospetti, per poi suonare, perentoria, una carica generale.
Non c'è bisogno di andare di persona in classe. Questa volta le sue parole corrono, precise, di bocca in bocca. E l'Onda riscopre, a due anni o quasi dalla fine del biennio, il suo essere gruppo situazionista, e il tempo passato a Neverland, e tutto quello che c'è da ricordare. E' il senso di una cavalcata lunga due mesi e spiccioli, nella quale - mentre, insieme a Calvin, organizza, giorno dopo giorno, i tempi della ripresa e le fasi della battaglia - la 'povna ritrova la persistenza di quel sottile filo rosso che, ancora e sempre, li lega indissolubili, lei e loro. Sono materie che lentamente si riprendono, ripetizioni al pomeriggio, iniezioni di coraggio, sguardi, mezze parole. Tutti, ma proprio tutti, le si stringono intorno: all'intervallo, alle macchinette, prima di andare al bagno, in corridoio, in cortile, come un solo e grande coro. La riscossa, da subito, è evidente. Prima il comportamento: "sai, sono davvero migliorati improvvisamente" - dice un giorno l'Ingegnera tosta alla 'povna (impegnata a reprimere a stento un ghigno di consapevolezza); e poi arrivano i voti, uno per uno. Gli ultimi giorni sono solo deliranti, prima della fine. Che arriva, improvvisa, con una settimana di anticipo (perché loro sono al penultimo anno e, per legge, i tre quarti di giugno li passano allo stage di lavoro). Il giorno degli scrutini la 'povna riesce a mangiare a stento. E poi, verso le cinque, arriva, clandestina e promessa, la chiamata di Voglio-la-mamma. Il consiglio dell'Onda è finito in quel momento: 16 promossi su diciassette; una sospensione del giudizio; bocciati: nessuno.
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