Onda su onda - Recensione

Creato il 16 febbraio 2016 da Lightman

Per Onda su onda, sua terza fatica dietro la macchina da presa, Rocco Papaleo sbarca nella capitale uruguagia Montevideo insieme ad Alessandro Gassman e all'argentina Luz Cipriota.

Considerando sia che nell'acclamato esordio dietro la macchina da presa Basilicata coast to coast aveva inscenato la vicenda on the road di quattro musicisti affiancati dalla collaboratrice di un giornalino parrocchiale in un viaggio per raggiungere il festival del teatro-canzone di Scanzano Jonico, sia che nella sua superiore opera seconda Una piccola impresa meridionale non aveva mancato di duettare canoramente con Riccardo Scamarcio, sorge spontaneo pensare che l'universo delle note rientri tra quelli maggiormente ispiratori per il lucano classe 1958 Rocco Papaleo.
Del resto, in Onda su onda, sua terza fatica registica, veste i panni di Eugenio "Gegé" Cristofori, cantante confidenziale che non ce l'ha fatta e che vede un'occasione di rilancio della propria carriera in un concerto da tenere a Montevideo, capitale uruguagia; dove arriva affiancato da Ruggero Chiaromonte, cuoco di bordo di una nave merci cui concede anima e corpo Alessandro Gassman, il quale già prese parte al primo dei film citati.

In cerca di (Uru)guay

Incarnazioni su schermo di due delle svariate sfaccettature della frustrazione che grava sulla maggioranza degli esseri umani, nel corso di un poco coinvolgente avvio apprendiamo che non si stanno affatto simpatici; fino al momento in cui, però, Gegé perde la voce convincendo Ruggero a prendere il suo posto per non mandare perduto l'ingaggio che gli frutterebbe ben cinquantamila euro.
Un passaggo di ruolo che rende ancor più complicata la loro permanenza in Uruguay dopo che vengono accolti dall'ignara Gilda Mandarino alias Luz Cipriota, organizzatrice dell'esibizione musicale che li accompagna nel soggiorno presso la nuova terra.
Ma, man mano che troviamo in scena anche Massimiliano Gallo nel ruolo di un comandante di bordo impegnato continuamente ad allenarsi nel trattenere il più a lungo possibile il respiro sott'acqua e che ci si avvia verso una serie di colpi di scena destinati a rendere più interessante la seconda parte della oltre ora e quaranta di visione, non si impiega molto tempo ad apprendere una certa fiacchezza di ritmo generale.
Infatti, sebbene i protagonisti risultino decisamente convincenti e qualche occasione per sorridere - dal grottesco incontro con l'otorino sulla sedia a rotelle a quello al ristorante con la signora Rosalba Bolena interpretata da Silvia Perez - non appaia assente, l'evoluzione della situazione raccontata procede piuttosto affannosamente.
E, senza alcun dubbio, i motivi della presenza di tale difetto vanno individuati nella discutibilissima scelta di narrare attraverso la commedia una storia - a firma dello stesso Papaleo insieme al fido Valter Lupo e Federica Pontremoli - dal taglio piuttosto drammatico... permettendo a quest'ultimo aspetto di prevalere sul genere caro a Mario Monicelli e Dino Risi.

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