Per i collezionisti irriducibili dei vecchi prodotti di celluloide ristampati in digitale sembra essere un periodo ricco d’interessanti proposte, a giudicare dai listini dell’home video e dai titoli che già da tempo si possono notare sugli espositori e nelle vetrine.
Apriamo le danze con La messaggera del diavolo (1961), horror in bianco e nero diretto dallo specialista Herbert L. Strock (ma pare ci sia anche lo zampino di un non accreditato Curt Siodmak), che viene recuperato dal dimenticatoio – in tiratura limitata di sole 500 copie – dalla Mosaico Media, da sempre attenta al rilancio dei b-movie e, in particolare, del vecchio cinema della paura.
Con Lon Chaney jr nel cast, la vicenda di Satanya alias Karen Kadler, la quale, giunta all’inferno per essersi suicidata e decisa a sfuggire agli orrori delle fiamme eterne, accetta di recapitare alcuni oggetti che serviranno al diavolo per aumentare il numero delle sue vittime. Quindi, abbiamo una fotografia ad una donna volta a segnare il destino di un fotografo stressato e malato di sesso, uno scienziato che s’invaghisce fino alla follia di una ragazza conservata in un blocco di ghiaccio e un uomo il cui incubo ricorrente riguarda un edificio, una zingara e la sua morte.
Rimanendo in ambito di vicende dai toni fantastici a basso costo, provvede anche CGHV a distribuire sotto il marchio Sinister Film – con trailer ed introduzioni di Luigi Cozzi quali extra – un’accoppiata di pellicole che non possono fare a meno di catturare l’attenzione degli amanti dei low budget che furono.
La prima, tra le pochissime dirette dal montatore Kenneth G. Crane, è Il pianeta dove l’inferno è verde, realizzata mettendo insieme tranci di film avventurosi ambientati in Africa con trashissime sequenze che vedono protagonisti insetti giganti. Infatti, tutta improntata sull’azione e sul divertimento generato in particolar modo dai ridicoli effetti speciali, la vicenda ha per protagonisti due scienziati americani che, scoperto che gli animali usati nei loro esperimenti sui missili aumentano di dimensioni quando sottoposti a raggi cosmici, si trovano ad avere a che fare con enormi api nei pressi del vulcano Virunga.
La seconda, invece, Il cervello che non voleva morire (1962) di Joseph Greene, rientra tra le poverissime produzioni di Rex Carlton, suicidatosi nel 1968 perché finito in mano agli strozzini proprio per finanziare i suoi film. Si tratta di una storia a metà strada tra quelle su Frankenstein e Occhi senza volto (1960) di Georges Franju, con un chirurgo newyorkese che, intento a ridare un corpo alla fidanzata, decapitata in uno spaventoso incidente e di cui mantiene in vita la testa, parte alla ricerca di una donna che soddisfi pienamente le sue esigenze. Ma il plot concede spazio anche a un mostruoso essere che, concepito dall’uomo e recluso in una stanza segreta, sembra anticipare nel rozzo look sia il deforme protagonista di The toxic avenger (1984) che una creatura di Basket case 2 (1990) di Frank Henenlotter, il cui Frankenhooker (1990), guarda caso, ha un’idea di base simile a quella del lungometraggio di Greene.
Per i palati più esigenti, infine, provvede Jubal Classic Video a sfornare un trittico di classici da collezionare e custodire gelosamente, a partire da Il fantasma galante (1935), primo prodotto inglese per il francese René Clair, presentato alla IV Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Da un racconto di Eric Keown, una divertente commedia in cui un miliardario americano, acquistato un castello scozzese, lo fa trasportare negli Stati Uniti, senza immaginare che al suo interno si trovi il fantasma di un ricco deceduto in una battaglia tra famiglie e costretto a vagare fino a quando non si sarà riscattato.
Titolo a cui Jubal affianca Il nudo e il morto (1958) con Cliff Robertson e Aldo Ray, epico lungometraggio bellico che, firmato dal maestro Raoul”Obiettivo Burma”Walsh e tratto dal romanzo di Norman Mailer, si svolge durante la guerra nel Pacifico, e, soprattutto, il rarissimo Duello di spie (1955) di John Sturges. Interpretato da Cornel Wilde e Michael Wilding, un interessante thriller storico che, tra azione e romanticismo, narra di un ufficiale che scopre nella lotta degli Stati confederati d’America e il governo inglese chi è il traditore che sta giocando sporco: un comandante infiltrato dai britannici che, però, non può smascherare perché suo superiore.
Francesco Lomuscio