L’Ong , fondata da Nicholas Negroponte , il cui obiettivo era quello di riuscire in tempi brevi, tramite computer, ad alfabetizzare i bambini in Africa, in questo caso in Etiopia,senza l’aiuto degli adulti, sta ottenendo, in situazione, quelle che si possono definire, per noi legati ancora alla figura tradizionale del “maestro” e alla piccola scuola di villaggio , autentiche “ meraviglie”.
Lo testimonia il materiale informatico inviato periodicamente, e cioè dopo un certo numero di giorni, circa una settimana, al MIT (Massachusetts Institute of Tecnology ) ossia tutte le memory card contenenti la documentazione di ciò che alcuni bambini etiopi, una quarantina circa, residenti nei villaggi rurali di Wonchi e Wolonchete, e dunque lontanissimi dai grandi centri, sono riusciti a realizzare non appena hanno avuto tra le mani un laptop caricabile ad energia solare.
Riferiscono coloro che hanno seguito molto da vicino il progetto di “One laptop per Child” che i bambini, dopo appena una settimana sono stati immediatamente in grado di utilizzare moltissime applicazioni e addirittura di apprendere a memoria l’alfabeto in inglese e ripeterlo ad alta voce e anche di trascrivere alcune brevi parole.
Quelli poi, i bambini più intellettualmente vivaci,maschi e femmine indifferentemente, hanno anche scoperto come usare la funzione “video” e filmato così alcune scene di vita della comunità
Capanne di fango, coetanei che giocano sul terreno sabbioso e uomini, padri o nonni, intenti ad accudire il bestiame, donne e madri che pestano i cereali nel rudimentale mortaio.
Cose effettivamente da non credere.
Certamente occorrerà tempo perché la comunità scientifica convalidi le esperienze fatte ma il più c’è ed è realtà.
In tutta l’Africa, a partire dall’anno 2005, due milioni e mezzo di laptop sono stati distribuiti a bambini di quaranta Paesi.
In particolare a quei cento milioni impossibilitati del tutto a frequentare la scuola.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)