One Piece Film: Strong World

Creato il 25 gennaio 2012 da Automaticjoy
One Piece è una serie incredibile per tantissime ragioni, tra cui spiccano la complessità e la vastità di una trama i cui confini sono chiari, dopo 61 numeri (in Italia), solo a quel geniaccio di Eiichiro Oda.
A chi volesse approfondire consiglio il dettagliatissimo post di Acalia (ATTENZIONE! Pericolo di spoiler per chi non sia arrivato al numero 60).
Personalmente non seguo molti manga, ma questo è un caso a parte: dubito siano molte le opere, passate o presenti, che potrebbero competere con il capolavoro di Oda.
Proprio il caro Eiichiro ha scritto la storia di questo decimo film tratto dalla serie, e si vede. Il personaggio di Shiki il "Leone dorato" veniva menzionato nel manga come il primo prigioniero mai fuggito da Impel Down (ringrazio mio fratello, molto più attento di me, per questa segnalazione). C'era già, quindi, l'idea di farlo tornare fuori in qualche salsa.
Avvertenza: nel seguito del post accennerò alla trama senza dare alcun indizio sul finale; citerò però alcune scene del film, quindi chi volesse goderselo senza nessuna anticipazione è pregato di fermarsi qui.
Alcuni villaggi dell'East Blue (da cui provengono Rufy, Zoro, Usopp, Nami e dove è sempre vissuto Sanji) vengono misteriosamente distrutti; i pirati di Cappello di Paglia decidono quindi di interrompere temporaneamente la propria avventura per andare a vedere cosa succede. Proprio mentre si apprestano a cambiare la rotta si imbattono nel leggendario pirata Shiki, che rapisce Nami per farne la sua navigatrice e disperde il resto della ciurma sull'arcipelago volante Merveille. Le isole sono popolate da stranissime bestie, enormi e aggressive, che daranno del filo da torcere ai nostri eroi. Ovviamente, però, la priorità sarà recuperare Nami: non si abbandona mai un compagno. In un villaggio fanno poi la conoscenza di una coraggiosa bambina, Xiao, e della sua famiglia, in difficoltà a causa dell'onerosa occupazione di Shiki.

Billy e il suo inseparabile moccolino al becco

Fin dall'inizio del film si rimane colpiti dall'attenzione nel rappresentare il paesaggio: Rufy scappa da una specie di alligatore ipertrofico attraverso una foresta rigogliosa, il cui verde acceso riempie gli occhi. Su ognuna delle isole regna poi una diversa stagione, regalando un'ulteriore opportunità di giocare con i colori. Da notare come, non a caso, la seconda parte del film sia ambientata in una regione dominata dall'inverno, i cui toni cupi e scuri si adattano alla maggiore serietà della situazione.
Il character design ricorda da vicino quello dell'anime anche se, trattandosi di una grossa produzione con enormi somme di denaro in gioco, qui non si è badato a spese e i dettagli sono ancora più definiti. Interessanti anche le figure di Shiki e dei suoi aiutanti, il Dottor Indigo (la cui camminata "sonora" stempera efficacemente tutti i momenti di maggior tensione) e Scarlett (gorilla rosso che Shiki, completamente orbo, scambia prima per sua madre e poi per sua nonna). Lasciano parecchio a desiderare tutti i personaggi secondari, soprattutto nelle scene di massa.
Strabilianti invece le creature che abitano l'isola, strane bestie che sembrano puzzle di animali diversi, la cui varietà colpisce e lascia a bocca aperta. Merita una menzione speciale l'adorabile Billy, un buffo uccello elettrico (un po' come Pikachu) che diventa amico di Nami e fa del suo meglio per aiutarla.
La storia è ben strutturata e, a differenza di alcuni film precedenti, non è una taglia e cuci di episodi o intere saghe dell'anime. Non è un lavoro perfetto, alcuni personaggi e situazioni (ad esempio Xiao e gli abitanti del villaggio) vengono introdotti e poi trovano pochissimo spazio all'interno della vicenda, ma in complesso il film regge bene. Anche all'interno della ciurma ci sono antipatiche discriminazioni: se Nami è protagonista assoluta, gli ultimi tre arrivati (Nico Robin, Franky e Brook) vengono quasi dimenticati.
L'uso della CG è massiccio, fondamentale in alcuni passaggi e di sicuro effetto, ma personalmente continuo a preferire le tecniche tradizionali.
Avrei volentieri fatto a meno della strabordante dose di fanservice, con scene studiate appositamente per far spuntare ovunque tette e culi di Nami. Ora, io capisco (anzi no, non lo capisco) che i ragazzini si eccitino con le curve di un cartone animato, ma questa santa donna pare allergica ad ogni centimetro di stoffa che ecceda il necessario!
Degna di nota è la scena in cui la ciurma (quasi) al completo irrompe nel sontuoso palazzo di Shiki - dove si richiede un dress code appropriato - vestita elegantemente come non si era mai vista (e probabilmente non si vedrà più) e armata di tutto punto di pistole, fucili e bazooka. È una cosa un po' fuori dalle regole, ma i Mugiwara che sparano all'impazzata come nei migliori film di gangster mi hanno un po' pepata, devo ammettere.

La ciurma in abito da sera e armi da fuoco


Per concludere, visto che mi sto dilungando eccessivamente: per gli amanti della serie questo film è un ottimo prodotto, superiore a tutti gli episodi precedenti per inventiva e realizzazione; chi non conosce One Piece può sicuramente apprezzarlo come opera indipendente, ma forse i non aficionados saranno meno propensi a perdonare i difettucci che, inevitabilmente, minano un lavoro nato principalmente per crearci intorno un sacco di merchandising.
Voto: 8