L'11 Agosto di 28 anni fa camminava per il viale d’ingresso del suo ospedale, era inerme, indifeso. Aveva appena salutato i propri familiari, e si apprestava a trascorrere l’ennesima giornata passata tra il lavoro ed il volontariato. Fu freddato vigliaccamente alle spalle;
Paolo Giaccone è morto per aveva deciso di non starci… Di non sottomettersi al potere mafioso come avevano fatto tanti concittadini; Sapeva che il rifiuto di collaborare gli poteva costare la vita, ma aveva preferito compiere il suo dovere fino in fondo. Paolo Giaccone dovrebbe essere un esempio per ognuno di noi, perchè se tutti rifiutassimo i compromessi (come sosteneva anche Paolo Borsellino) sarebbe più facile isolare i delinquenti; se tutti noi ci comportassimo nello stesso modo, optare per l’onestà non sarebbe più una scelta “difficile”, ma semplicemente quella più ovvia…
La mafia non si trova solamente in Sicilia, la mafia è uno stile di vita, un atteggiamento; scegliere la via più facile per raggiungere l’obbiettivo anche se questa può ledere qualcun’altro è mafia… Assecondare le richieste di un poco di buono perchè “tanto io non ci perdo niente”, o perchè “poi così è in debito con me” è mafia! Molto spesso ci ritroviamo ad affrontare situazioni del genere, ed è proprio in quei momenti che dobbiamo ripensare a Paolo ed al suo sacrificio.
Perchè solo in questo modo saremo in grado di compiere il decisivo passo in avanti nella lotta contro la mafia, e solo in quel caso il sacrificio di Paolo Giaccone non sarà stato vano…