La trama (con parole mie): Ting, eroe e campione di Muay Thai di uno sperduto villaggio, dopo aver completato il suo addestramento, parte per Bangkok alla ricerca della testa di una statua sacra per la sua gente trafugata da un piccolo malvivente originario del luogo.
In città è guidato da Humlae, anche lui proveniente dal villaggio ed un tempo aspirante monaco, divenuto un mezzo tamarro ossigenato pronto a fare da spalla comica al protagonista.
Ovviamente, il piccolo malvivente responsabile del furto è in realtà il galoppino di un boss locale al centro di un traffico di statue antiche e combattimenti illegali che Ting, a suon di gomitate in testa, sarà chiamato a sgominare.
Devo chiedere scusa al mio fratellino Dembo.
So che, infatti, prima o poi dovremo avventurarci nella visione del secondo capitolo delle avventure di Ting, che siamo entrambi figli di una sottocultura trash legata ai film di botte e da buoni tamarri dobbiamo tenere fede al nostro apparire duri e cazzuti, ma non riesco proprio a fingere: Ong Bak è uno dei film più brutti che mi sia mai capitato di vedere, una schifezza atomica di proporzioni bibliche che se non fosse stato per le doti atletiche indubbie del suo protagonista sarebbe in tutto e per tutto una produzione ad essere buoni dilettantesca, girata, pensata e realizzata così male da far apparire i vecchi cult del trash con Bud Spencer e Terence Hill delle cose degne della Palma d'oro, e addirittura - Julez è testimone - Don Matteo una sorta di piccolo cult che manca il sorpasso soltanto a causa della mancanza delle botte da orbi necessarie per ogni tamarrata che si rispetti.
Sequenze come quella dei combattimenti a ripetizione nel locale gestito dal boss - impagabile l'avversario giapponese, per non parlare dell'assurdo Mad Dog - o quella della battaglia finale con la Tigre - tirapiedi del suddetto boss che sfodera come colpo segreto l'iniezione dal nulla di una manciata di siringhe di steroidi nel petto - raggiungono livelli così bassi da risultare quasi incredibili, e stimolare nello spettatore domande importanti come "nella zuppa di stasera ho messo anche quei vecchi funghetti portati via di soppiatto dal Messico!?".
Tutto questo senza neppure prendere in considerazione le parti dedicate al comico/grottesco - l'inseguimento tra i taxi - o l'escursione in territori melò della conclusione legata al personaggio di Humlae/George, assolutamente ridicole e talmente brutte da risultare non solo innocue, ma quasi quasi addirittura divertenti - ho scritto quasi quasi, badate bene -.
Il mio consiglio, rispetto a questa roba, è quello di esimersi completamente e senza possibilità di replica nel caso in cui non foste appassionati dei film di botte, o di tapparvi il naso e pensare solo alle acrobatiche esibizioni di Tony Jaa nel caso in cui, al contrario, foste fan del genere: le evoluzioni di questo incredibile atleta, infatti, sono l'unica cosa per cui valga la pena di affrontare una visione di così basso livello, e le gomitate in testa rifilate agli avversari di turno sono uno spasso assoluto.
Nonostante questo, però, siamo ben lontani dall'effetto dei calci rotanti di Van Damme - Kickboxer e Senza esclusione di colpi tutta la vita, al posto di un "film" di questo genere - o della potenza dirompente di Scott Adkins: e già che ci sono, dichiaro ufficialmente che in una lotta all'ultimo calcio con l'alter ego di Boyka, il buon Tony Jaa, pur fenomenale, sarebbe destinato inevitabilmente a finire con il culo per terra.
Per non parlare del buon Jean Claude.
Ma che c'entrano Boyka e JCVD, direte voi!?
Il fatto è che un pò di folklore va fatto, anche perchè di Ong Bak è davvero difficile dire altro.
MrFord
"I'm so dead
you're the first star
you're the one who sees it all
I know
I'm so tired
and sick."Deftones - "Fist" -