Ogni matrimonio, pure se il melone è uscito giallo, deve combattere contro il mostro divoratore dell'abitudine, nel campo di battaglia, dove si svolge tutta la nostra esistenza; ma bisogna capire quando è il momento di deporre le armi e di sedersi intorno ad un tavolo di pace, magari apparecchiato con qualche buon manicaretto. Il matrimonio è simile ad un innesto su un ramo: o attecchisce subito, o è destinato a rinsecchire, specie nell'ora più critica, quella della prima colazione.
Io, comunque, non ho mai capito i celibi e le nubili a vita: un matrimonio può comportare molte pene, ma un celibato od un nubilato cronici, per me, non offrono alcun piacere. Se non altro, nel matrimonio, ognuno dei coniugi assegna all'altro la custodia ed il sollievo della propria solitudine. Ho notato come, spesso, a glorificare gli sposalizi e le loro gioie e delizie, siano personaggi che mai si sono sposati, come Torquato Tasso, che scrisse: “O dolce congiunzione de' cuori, o soave unione degli animi nostri, o legittimo nodo, o castissimo giogo...”. “Quod ergo Deus coniunxit, homo non separet”, scriveva S. Matteo, che mollò la moglie, per seguire Gesù. Però, ... i pagani avevano un dio anche per l'amore e noi cristiani, invece, solo uno, per il matrimonio.
Costoro persistono nel vedere la consorte solo come “angelo del focolare”, o meglio, oggi, della cucina a gas, e come colf tuttofare a tempo pieno, comprese le doverose prestazioni sessuali notturne, in nome e per conto del motto “Non lo fo pel piacer mio, ma per far piacere a Dio!”. Ai preti, piace dettare le regole di un gioco, cui non hanno mai voluto partecipare.
Il matrimonio
Allora Almitra di nuovo parlò e disse:Che cos'è il Matrimonio, maestro?
E lui rispose dicendo:
Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione,
E tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
Kahlil Gibran