Open grave

Creato il 05 agosto 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2013

Nazionalità: USA/Inghilterra

Durata: 102’

Genere: Horror

Regia: Gonzalo Lopez-Gallego

Distribuzione: Eagle pictures

Uscita: 14 Agosto 2013

L’estate è un mercato che cerca brividi da mandare nelle sale, che lo si faccia con prodotti di bassa lega pieni di sangue o con altri basati sulla suspense e i colpi di scena.

Open grave è un film che racchiude ambedue queste chiavi di lettura; un lungometraggio dall’avvio accattivante che trova un suo perché ad ogni minuto che avanza, e lo fa senza lesinare in sangue.

Tutto inizia quando uno sconosciuto, di nome Jonah (Sharlto Copley), si risveglia improvvisamente dentro una fossa piena di cadaveri.

Chiedersi cosa è successo è anche fin troppo, perché il nostro non ricorda assolutamente niente ed uscendo da quella macabra buca scoprirà che altra gente, come lui, non ha la benché minima idea di cosa sia accaduto nei giorni precedenti (non ricordano neanche chi sono).

Rinchiusi in una villa abbandonata nel bosco, il gruppo di sconosciuti vagherà per le campagne circostanti alla ricerca di una risposta che sappia far luce sulla macabra questione.

Ma la verità non è proprio così facile da accettare.

Diretto dal talentuoso regista spagnolo Gonzalo Lopez-Gallego, Open grave è un film di cui è difficile parlarne senza poter svelare elementi fondamentali per l’epilogo.

Il lungometraggio in questione gioca bene le sue carte dell’attesa e della tensione, e lo fa meglio quando ci si avvicina alla soluzione finale, anche perché la prima parte rimane convenzionale nel genere e nella struttura richiesta dal tipo di prodotto.

Infatti abbiamo i conflittuali e misteriosi rapporti tra i protagonisti, che oltre al noto Copley di District 9 annoverano anche il Thomas Kretschmann de Il pianista (ma anche del Dracula 3D di Dario Argento), che la fanno da padroni, ognuno emblematico personaggio fondamentale per lo sviluppo della trama.

Ma, violenza e sangue a parte, il vero elemento horror arriva più in la, spiazzando chi a queste cose non è abituato ad assistere, e lasciando non indifferenti anche gli appassionati del genere horror.

Non un capolavoro, ma Open grave alla fine dei fatti è un bel vedere, che a suo modo riesce ad essere originale in una forma di scrittura (sceneggiatura ad opera di due sconosciuti che rispondono al nome di Eddie Borey e Chris Borey) ormai stra-abusata come quella del twist ending, che ormai ha fatto il suo corso anche nel cinema di M. Night Shyamalan.

E già che riesce in così tanto una visione la merita eccome.

Mirko Lomuscio


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