Il gruppo siciliano è uno dei “segreti” meglio nascosti del nostro underground, ma soprattutto band tra le meno allineate e in fondo tra le più interessanti sin qui sentite. Al netto della chiara provenienza “Nineties”, dato che mescolano con sapienza umori avant a rumorismo studiato sin nei minimi dettagli (alludiamo al loro Càvuru e alla Siltbreeze, che lo pubblicò ai tempi), gli Oper’Azione Nafta, con questo lavoro dal titolo curioso (Airport Meconium, uscito in cd-r per la tedesca Attenuation Circuit) fanno ancora centro. Chi li conosce può facilmente immaginare che ci troviamo di fronte a esperimenti sulle più disparate fonti sonore, che cercano con cocciutaggine una chiave più o meno “melodica”, senza mai trovarla (una delle loro caratteristiche migliori, tra l’altro), vedi la lunghissima traccia posta in apertura. “I Ragni Della Gleba” è composizione più nervosa, dove il sassofono di Francesco Calandrino biascica e sputa ossessivamente note imprimendo al tutto una sorta di trasfigurata matrice blues. Per capirci: fate conto di sentire un ensemble diretto da John Zorn che suona spastico davanti alle immagini di un film muto. Stessa sensazione per la libertà, ed al contempo il rigore compositivo e stilistico, della notturna “Piano Barra”, strumentale “fantasmatico” per eccellenza. I conti si chiudono con la mutevole “Ittiocarlo”, tra chitarre space, rumori di fondo e minacciose recrudescenze noise. Anche qui: per orecchie allenate e per menti molto aperte.
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