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Operazione contro pornografia on line. Arresti e denunce in tutta Italia

Creato il 27 gennaio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale

Operazione contro pornografia on line. Arresti e denunce in tutta Italia
Un poliziotto di Caltanissetta voleva scaricare un video sulla pesca delle trote, ma il file era pedornografico. 
Così è partita l'indagine della procura nissena e della polizia postale che ha portato a sei arresti in tutta Italia e 31 denunce per divulgazione e ingente detenzione di materiale pedopornografico. A finire in manette sono stati sei uomini, tutti trovati in possesso di filmati (sequestrati 150mila file) pedopornografici. Si tratta di un programmatore informatico di Bari, un assicuratore di Reggio Calabria, un elettricista della provincia di Agrigento e in particolare di Campobello di Licata (che aveva anche un ingente quantitativo di droga e una piantagione di marijuana), un dipendente di un'impresa di pulizie di Roma, un militare di Roma e un pensionato di Napoli. Nei filmati c'erano bambini e bambine dai due ai dieci anni, costretti ad avere rapporti con adulti. 
L'operazione della Polizia Postale palermitana rappresenta il frutto di una complessa indagine durata un anno e mezzo, ed alla quale è stato dato il nome di «Fabulinus», una divinità romana protettrice dei bambini, attraverso la quale gli specialisti della «Postale» hanno individuato una rete di soggetti che, tramite il network eDonkey e il programma emule (software applicativo «open source», conosciuto in tutto il mondo), diffondevano e scaricavano materiale pedopornografico consistente in video ed immagini a carattere sessuale di bambini in tenera età, definiti «raccapriccianti» dagli inquirenti. 
Alcune centinaia di uomini e donne della Polizia di Stato hanno eseguito fin dall'alba una trentina di perquisizioni in 13 regioni: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto e Puglia. 
Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi computer, cellulari, video-camere, macchine-fotografiche e migliaia di supporti informatici ritenuti particolarmente utili per il prosieguo delle indagini: dalle analisi dei file illeciti acquisiti, infatti, la polizia spera di poter identificare i minori coinvolti e abusati.
I bambini erano spesso incappucciati. «La Procura di Caltanissetta non si occupa solo di mafia o di stragi - ha detto il procuratore Sergio Lari - Questa grande inchiesta sulla pedopornografia ha permesso di smascherare un ampio giro on line. Tutto è partito da un agente provocatore che si è inserito nel gruppo».

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