Uno degli svantaggi di voler fare il giornalista è che prima o poi diventi un persecutore, una persona talmente stressante che, ad un certo punto, oltrepassa i limiti della denuncia. Quando si fa un pezzo, molto spesso è utile avere una dichiarazione di qualche personaggio influente: sia esso un critico, un comandante di polizia, un politico o un professore, il virgolettato piace.Piace perché al lettore dà l’idea di maggiore professionalità e, in qualche modo, il contenuto dell’articolo e, di conseguenza, anche il giornalista diventano più affidabili. Ha ragione: effettivamente se ti sto raccontando qualcosa sull’alimentazione, avere il parere di un dietologo è fondamentale.Ma il lettore non sa che il giornalista, in certi casi, deve assumere un atteggiamento pressante per ottenere un colloquio, anche solo telefonico, con l’esperto. Diventa uno stalker. Vuoi perché la persona da intervistare è super impegnata, vuoi perché in realtà quella persona non ha la minima intenzione di venir a contatto con dei giornalisti, l’autore del pezzo deve dileguarsi tra chiamate e segretarie. Alcune di loro sono gentili e disponibili, altre, invece, sono devastate dalla vita d’ufficio e scaricano la loro rabbia repressa su di te, specialmente se sentono che la voce dall’altro capo del filo è giovane e leggermente inesperta.Superato lo scoglio segretaria stizzita, finalmente ti passano la persona che cerchi. Anzi, no. È un suo collaboratore che ti dirà che il signor Tal dei Tali è in ferie. Ok, accetti di richiamarlo la settimana dopo, anche se il pezzo di questa settimana salterà. Le tue colonne andranno perse, se non ti fai venire un’idea all’istante. Magari recuperi una di quelle che avresti dovuto piazzare la settimana successiva.Trovata. Inizi a sfogliare elenchi, controlli su Internet. Ecco il numero: chiami, segretaria stizzita, e poi lo trovi. Lui ti dice di richiamarlo tra venti minuti perché adesso non può parlare. Ok, accetti le condizioni. Tutte, dal momento che devi riempire quelle colonne e il pezzo su di lui è fondamentale.Lo richiami venti minuti dopo. Di nuovo impegnato. Effettivamente, se lo chiami in orario di lavoro, è molto facile che lui non sia disponibile. “Sentiamoci in pausa pranzo”. Benissimo: invece di star lì a mangiarti quel toast farcito che ti sei sognato per tutta la mattina, lo chiami. Non risponde, forse perché anche lui si sta nutrendo. Ore su ore a digitare sempre gli stessi numeri. Non risponde più nessuno finchè, a un certo punto, senti una voce stremata e infastidita dall’altro capo del telefono.Ha ceduto, finalmente è tuo. Tre minuti di chiamata, una dichiarazione veloce e un ringraziamento sincero per la disponibilità. Il giornalista stalker colpisce ancora.