L'amore di Hans per Maria è totalizzante (tanto da portarlo a definirsi «monogamo per vocazione»), eppure egli nega alla donna la capacità di pensare autonomamente: tutto quanto ella dice o fa non è che il frutto delle falsità che Züpfner e il prelato Sommerwild hanno immesso nella sua mente fragile e ingenua. Se di Maria Hans ha una visione tanto stereotipata e possessiva, tuttavia, esiste un motivo: ella è l'unico personaggio assolutamente positivo nella sua vita, l'unico punto di riferimento. Hans, infatti è nemico dell'intera società, cattolica o protestante che sia, disprezza l'abitudine della gente di esprimere giudizi e orientare le volontà ed è rancoroso nei confronti della famiglia che, pur beneficiata dal miracolo economico e del successo della produzione di carbone, non ha mai permesso a lui e ai fratelli di sfamarsi e ha mandato a morte la carissima sorella Henriette, spedita nella Flak a causa del fervore nazionalistico della madre (apertamente accusata di aver favorito le persecuzioni contro gli «yankee ebrei» e il regime nonostante l'impegno di facciata nel volontariato).
Heinrich Böll (1917-1985)
Maria è un faro isolato in un'esistenza fatta di grigiore e, come se la perdita della donna amata non bastasse, Hans si rompe un ginocchio, trovandosi costretto ad interrompere la sua attività di clown e a cercare senza successo scritture occasionali per poter tirare avanti. Proprio nel corso delle numerose telefonate ai conoscenti e ai familiari alla ricerca di notizie su Maria e di denaro emerge tutto l'astio di Hans verso un mondo di ipocriti, manipolatori e gretti borghesi che, quanto più si predicano onesti e puri, tanto più calpestano le persone deboli e bisognose con le parole o con gli atti. Ed è compito di un clown, colui che per lavoro indossa una maschera e vive di finzioni, mettere a nudo i camuffamenti della società, le sue falsità, l'ambiguità delle parole e l'insensatezza di una realtà fatta di opportunismi e sopraffazione. Inutile esaltare i progressi della civiltà e del miracolo economico: il prodotto di tali, presunti successi non è altro che un crogiolo di solitudini e alienazioni.«Lasci stare queste sciocchezze, Schnier. Che cos'ha ancora, adesso?»C.M.
«I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali.»
«E i protestanti?»
«Quelli mi fanno star male con quel loro pasticciare intorno alla coscienza.»
«E gli atei?» rideva ancora.
«Quelli mi annoiano perché parlano sempre di Dio.»
«E lei che cos'è, in conclusione?»
«Io sono un clown» risposi «attualmente molto migliore delle mie quotazioni. E c'è una creatura cattolica di cui ho bisogno come della mia vita: Maria. Ma proprio lei mi avete portato via.»