Opportunità nella crisi...il FRANCHISING...ma le banche!!!

Da Roxioni
Dalle banche, poco credito al franchising...
Il Italia ci sono 883 imprese franchisor. Ma 6 su dieci faticano a ottenere prestiti.
Under 40, impiegato con contratto a tempo determinato, in cerca di nuove opportunità lavorative: è questo il profilo standard di chi oggi si lascia tentare dal franchising. Ma tra i potenziali franchisee figurano anche molti ex manager. È quanto fuoriesce dalla ricerca, «Come avvicinarsi al franchising: problematiche e opportunità», nella quale vengono presi in esame i rapporti tra le imprese che offrono l’affiliazione e coloro che ne fanno richiesta. Un settore, quello preso in esame, che da noi ancora stenta
a fare presa, ma che con la crisi occupazionale, complici anche le riforme del lavoro che il governo sta varando, potrebbe fare un balzo in avanti. Anche se resta da superare il problema della difficoltà dell’accesso al credito per chi vuole investire nel settore.
 
UN PUNTO VENDITA IN FRANCHISING OGNI 339 ABITANTI. Oggi nel Belpaese ammontano a 883 le imprese franchisor. Oltre 54mila i punti vendita, uno ogni 339 abitanti. Più di 186mila gli addetti coinvolti. Risultato: il comparto fattura 22 miliardi l’anno. Questi i numeri forniti dall’ultimo rapporto Assofranchising. Cifre che parrebbero destinate a crescere, se non fosse per la difficoltà riscontrata dai franchisee nel reperire i finanziamenti necessari al fine di dare origine a un’attività di questo tipo: nell’ambito della ricerca sopra citata, il 63,5% degli intervistati ha confessato di non aver trovato una banca disposta a fargli credito.
 
INVITALIA (agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa) HA PROGRAMMI DI INCENTIVAZIONE MA SOLO PER IL SUD.
Troppo pochi, per giunta, gli enti che sostengono economicamente il franchising. Tra questi figura Invitalia che propone, ma solo per chi è residente nel Centro-Sud e nelle zone svantaggiate del Nord, un contributo a fondo perduto e un mutuo a tasso agevolato che i certi casi può anche arrivare a coprire il 100% degli investimenti ammissibili.
Vi sono poi alcuni istituti bancari impegnati in questa direzione, come Unicredit ed Ubi Banca, che offrono a piccoli affiliati la possibilità di usufruire di mutui a tassi d’interesse contenuti.
 
ASSOFRANCHISING: C’È ANCORA SCARSA CONOSCENZA DEL SETTORE.
A frenare lo sviluppo del franchising in Italia permane poi una limitata conoscenza del settore, che spesso e volentieri si traduce in una scarsa comprensione delle condizioni contrattuali proposte dai franchisor.
«I giovani che si avvicinano a questo mondo» spiega a Economiaweb.it Giuseppe Bonani, co-fondatore di Assofranchising, «si rivolgono a consulenti improvvisati, chiedendo avviso per esempio ai commercialisti. Inoltre, affinché il comparto spicchi il volo, bisogna incrementare il dialogo tra franchisee e franchisor attraverso l’allestimento d’iniziative pensate apposta per farli incontrare faccia a faccia».
 
GLI UOMINI ATTRATTI SOPRATTUTTO DAL FOOD & BEVERAGE. Dalla ricerca realizzata dal sito BeTheBoss.it, portale leader del franchising, e da QuickFairs, società specializzata in fiere low-cost, che assieme organizzano ogni anno a Piacenza la fiera «Franchising Nord», emerge infine che all’interno di questo contesto gli uomini propendono per le attività legate al food & beverage, o alla telefonia, mentre le donne preferiscono aprire negozi di abbigliamento. Una scelta che non dipende né dagli interessi personali né dal percorso formativo: semmai, a fare la differenza sono le prospettive di crescita di ciascun settore. source

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