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L'Opuntia ficus indica, è una di quelle
piante che generalmente prendono il nome di "piante grasse", questo perché, grazie alla loro conformazione, riescono ad accumulare e trattenere l'acqua. Il loro fusto è carnoso, succulento e se lo tagliamo ne vediamo uscire un liquido. Il ficodindia è completamente sprovvisto di rami, infatti i suoi fiori fuoriescono dall'areola, una sorta di "cuscino peloso" sul fusto. Si tratta di piante perenni, di diverse misure, possono essere alte pochi centimetri, fino a diversi metri. Anche il loro apparato radicale è carnoso e tende a svilupparsi orizzontalmente piuttosto che in profondità. Riesce a vivere in ambienti scoscesi e rocciosi, cercando l'acqua con tenacia. Il fusto è formato dai cladodi, detti comunemente pale, questi sono ricoperti da una specie di cera che impedisce la traspirazione dell'acqua.
Il frutto dell'Opuntia ficus indica è di vari colori, a seconda della specie e dello stato di maturazione, ricoperti di spine e con all'interno moltissimi semi. Il frutto deriva da bellissimi fiori gialli, bianchi o arancioni, che fioriscono in modo scalare, iniziando in primavera e andando avanti tutta l'estate. L'impollinazione avviene tramite gli insetti. In Italia le varietà più diffuse sono tre: Gialla, Bianca e Rossa o Sanguigna. I coltivatori di questa pianta, preferiscono coltivarle tutte e tre, per offrire sul mercato le tre tipologie. Il prodotto non viene raccolto tutto insieme, ma a più riprese. Se le piante sono irrigate si ottiene una produzione che varia dai 250 ai 300 q. per ettaro. I frutti possono essere conservati nelle apposite celle frigorifere per alcuni mesi.
La coltivazione dell'Opuntia ficus indica avviene in impianti specializzati, la propagazione si può effettuare tramite i semi o per via vegetativa. Partendo dai cladodi si ottengono le talee, che possono essere a dimora fissa o da diradare in seguito. Il ficodindia viene allevato sia in vaso sia come cespuglio, in primavera è necessario potare le pale che non si devono toccare fra loro, e togliere quelle malformate. Un'operazione tipica di questa coltivazione è la "scozzolatura", da eseguire a maggio-giugno, serve per eliminare i fiori e le pale emesse in primavera e favorire così la produzione dei fiori da cui si formeranno i bastardoni in autunno. Come concimazione richiede elementi come il potassio e il fosforo, possibilmente di origine organica. Per la produzione estiva non è necessario irrigare, mentre è richiesto per la produzione dei bastardoni.
L'utilizzo del frutto dell'Opuntia ficus indica è davvero molteplice e variegato, si passa dalla cucina alla cosmesi, dall'erboristeria alla medicina. Il ficodindia è un frutto ottimo mangiato crudo, possiede molte sostanze benefiche che lo rendono salutare per il nostro organismo. Inoltre si possono prepare marmellate, conserve e un delizioso liquore. Vi sono ricette regionali che addirittura prevedono la frittura delle bucce del ficodindia, che poi si cospargono di zucchero. La presenza di antiossidanti ne fa un prezioso alleato della bellezza, infatti sono molti i prodotti cosmetici e fitoterapici che lo contengono, come: creme, prodotti per l'igiene e tisane. Anche i piccoli semi, spremuti a dovere, donano un meraviglioso e prezioso olio antiage, un vero toccasana per idratare l'epidermide e combattere le rughe del viso.