A volte mi rendo conto che non potro` stare per strada per sempre, forse si, ma le probabilita` sono basse. Adesso, tra i 20 e i 22 anni, per me e` stato il periodo ideale per affrontare questa esperienza, e sentirmi dire sempre piu` spesso da chi ha qualche anno piu` di me “Lo farei anch’io avessi la tua eta`!”, non fa altro che farmi riflettere sui vantaggi del viaggiare da giovani.
Negli ultimi mesi ho incontrato persone di ogni tipo, da ragazzi che non potrebbero vivere senza iPhone a nonni che girano le citta` con la bussola, ed e` chiaro che non esista un limite di eta` per chi ha intenzione di partire, ma allo stesso tempo, per quanto possa essere vero che i viaggiatori in pensione non vanno, noto come rimandare possa rivelarsi un grave errore. “Prima mi sistemo, poi faccio un bel viaggio”, “Mi piacerebbe, ma devo pensare alla carriera, lo faro` prima o poi” sono frasi sentite piu` volte, alle quali, con tutto il rispetto, mi viene da rispondere “Mi dispiace, ma non succedera`”.
Non e` cattiveria la mia, ma semplicemente una riflessione sugli aspetti pratici che riguardano il viaggio a lungo termine. Innanzitutto viaggiare a vent’anni e` molto meno costoso, da giovani si e` piu` flessibili, disposti a dormire in camerate da venti persone, a cucinare in cucine sporche, e si e` pronti ad adattarsi a situazioni nelle quali a quarant’anni non ci si sente piu` a proprio agio. Ma non solo, tutti i visti vacanza-lavoro vengono rilasciati a chi a meno di trent’anni, gli sconti per studenti si ottengono ovunque, o anche soltanto un biglietto Inter-rail fino a 26 anni costa meno, progetti di volontariato e molti tipo di lavoro richiedono persone giovani. La scelta di rimandare nell’attesa di una situazione finanziaria piu` stabile, che oltre ad essere una condizione difficilmente prevedibile e spesso comuqnue non sufficiente, va di pari passo con una crescita` delle responsabilita` dalle quali diventera` sempre piu` difficile staccarsi, e ci si trovera` al punto in cui pur avendo le possibilita` economiche sara` impossibile abbandonare cio` che e` stato necessario per costruirle.
La comunita` dei backpackers e` inoltre composta nella sua stragrande maggioranza da persone tra i venti e i trenta, e questo, pur non essendo in nessun modo un limite per chi non rientra in questa fascia di eta`, rende sicuramente il tutto molto piu` divertente. Vivere, condividere e fare amicizia con coetanei e` parte dell’esperienza stessa, e purtroppo che lo si voglia o no avere il doppio degli anni non fa che rendere l’integrazione piu` difficile.
Questi pero` rimangono dati soggettivi, nessuno impedisce a un sessantenne di prendereuno zaino e partire, dire quindi “ora o mai piu`”, e` forse un’affermazione troppo drastica? Senza pensare al fattore soldi o divertimento, o a qualsiasi altro ostacolo pratico che comunque, volendo, si puo` superare, considero importante viaggiare quando si e` giovani per stessi, in vista del futuro. Scegliere di mettere prima in ordine la propria vita e poi partire, puo` portare rimpianti ai quali non si potra` tornare, mentre, al contrario, scegliere di esplorare il mondo prima di aver messo la propria vita su un binario gia` definito puo` cambiare modo di pensare e di vedere molte cose. Viaggiare, inteso non come la visita a un qualsiasi monumento, ma come lo scambio culturale, la ricerca del nuovo, del cambiamento, apre gli occhi, definisce il futuro. Avere la possibilita` di vedere e relazionarsi con ambienti differenti, oltre a arricchirvi di ricordi indelebili, pone di fronte a decine di strade diverse, e` un rischio che non sempre si sara` disposti a correre, e soltanto a vent’anni e` cosi` facile.
E, allora, perche` non farlo? Non ho ancora conosciuto qualcuno che se ne sia pentito.