Solitamente il giorno dedicato alle serie tv è il martedì, ma visto che non c'è stato il tempo né la possibilità di vedere qualche film interessante in questi giorni, recupero una serie vista di recente che non aveva ancora trovato la sua collocazione.
Orange in the new black è stata la rivelazione di un'estate per lo più abbandonata dalle novità, che si sono ammassate invece in quel settembre che ancora sta portando le sue stagioni alla ribalta.
Tratto da una storia vera, quella della scrittrice Piper Kerman, la serie racconta in modo autentico ma non per questo non sopra le righe, il drastico cambiamento di Piper, ragazza dell'upper east side di New York, fidanzata e ricca, che a causa di un amore di dieci anni prima finisce in carcere. Tanto per sottolineare, l'amore in questione era per un'altra donna, Alex, e la scelta della prigione è della stessa Piper, per evitare danni più gravi con un processo.
La vita dietro le sbarre è quanto di più diverso possa essere dalla sua normale vita, ma Piper non si lascia scoraggiare, e con la sua natura buona conquista un suo posto e una sua cerchia di amiche, ritrovandosi però appresso la mai dimenticata Alex.
Come Lost ha insegnato, ogni episodio mostra i flashback di una particolare reclusa, facendoci vedere il motivo del suo arresto e i drammi dietro il suo modo di fare, creando così un'empatia unica con ognuna di loro: dalla trans ancora sposata alla drogata, dalla veterana alla lesbicona per antonomasia, fino alla mafiosa. Quello all'interno del carcere è infatti un mondo in scala ridotta, dove le varie etnie fanno comunella, dove i cattivi e i duri portano le divise e dove anche l'amore può trovare il suo posto.
La serie diventa così quanto mai addicted, i 12 episodi si divorano uno dietro l'altro, arrivando ad apprezzare la vita di prigione e a capirla, come nemmeno Prison Break era riuscito a fare.
Netflix, dopo la distribuzione di House of Cards, mette quindi a segno un altro bel colpo, orientato verso un lato meno impegnato ma non per questo meno ricercato, basti guardare la bellissima sigla firmata sulle note di Regina Spektor e la capacità di rendere convincente perfino il Jason Biggs di American Pie.
La seconda stagione è ovviamente già stata confermata, e visto il finale molto aperto e sconvolgente, l'attesa si fa lunga e molto febbricitante!
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