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L'orchidea è una pianta diffusa in particolare nelle zone tropicali e subtropicali del continente Americano ed Asiatico. Fa parte della famiglia delle orchidacee che raggruppa un grande numero di specie alcune delle quali originarie dell'area del Mediterraneo, spesso lungo le coste e in zone pietrose. Le specie tropicali sono delle piante epifite, cioè con radici aeree, e vivono in simbiosi sugli alberi. Quelle delle zone temperate sono terricole, con le radici ben salde nel terreno. Le orchidee in vaso oggi più diffuse e commercializzate sono la Phalaenopsis, la Dendrobium, la Vanda e la Cattleya… Queste sono tutte piante epifite originarie delle regioni tropicali geneticamente modificate, oggi ibride, per renderle adatte alla vita interna alle mura domestiche. Infatti vediamo che le loro radici crescono in buona parte nella terra e solo in piccola parte fuoriescono sviluppandosi in forma aerea. Le orchidee in vaso commercializzate sono piante semiperenni, con fioriture spettacolari e ripetute, di lunga durata, ma molto delicate.
Se vogliamo coltivare in casa con successo delle orchidee in vaso, e godere delle sue spettacolari fioriture, dobbiamo ricreare il suo habitat naturale. Ricordandoci che sono di origine tropicale dobbiamo posizionare la pianta in un posto molto luminoso ma lontano dai raggi diretti del sole, la temperatura deve oscillare tra i 20 e i 25 gradi. Per garantire il giusto livello di umidità sono consigliabili quotidiane nebulizzazioni con acqua demineralizzata, evitando quella calcarea del rubinetto, va bene anche quella piovana. L'acqua va spruzzata sulle foglie e le radici che fuoriescono dalla terra e mai sui fiori, sia le foglie che le radici immagazzinano acqua. Se l'orchidea è posizionata in una zona poco illuminata, la sua fioritura sarà scarsa o del tutto nulla. Individuate un posto stabile, l'orchidea in vaso impiegherà un po' di tempo per adeguarsi al nuovo habitat, pertanto sono da evitare i frequenti spostamenti della pianta.
Generalmente la pianta di orchidee non ha bisogno di essere rinvasata dopo l'acquisto, è consigliabile farlo dopo un anno e mezzo. Si userà un contenitore leggermente più grande avendo cura di lasciare fuori dalla terra le radici aeree. In commercio trovate il terriccio adatto alle orchidee, un substrato soffice composto da pezzi di corteccia e torba. Abbiamo già parlato dell'importanza delle innaffiature tramite nebulizzazioni per le foglie e le radici esterne, mentre per il terriccio sono consigliabili innaffiature leggere settimanali evitando ristagni di acqua che provocano marciume delle radici e pericolose malattie fungine. L'orchidea in vaso non ha bisogno di importanti concimazione, limitatevi una volta ogni 15 giorni nel periodo vegetativo utilizzando solo quello specifico per le orchidee. La potatura è limitata alle foglie quando ingialliscono, mediamente una foglia vive oltre due anni, e allo stelo del fiore facendo attenzione che quasi sempre lo stelo rifiorisce più volte, dopo la seconda fioritura si consiglia di tagliarlo all'altezza del secondo nodo dalla base per rinvigorirlo, quando lo stelo è secco si taglia al primo nodo.
I principali pericoli che corrono le orchidee in vaso derivano da cattive abitudini come le eccessive innaffiature che provocano il marciume delle radici e la caduta delle foglie. Mentre la carenza di acqua e una scarsa luminosità provocano l'arresto della crescita della pianta e inibiscono la fioritura. Se la pianta si trova in una zona molto umida, fredda e poco ventilata, è probabile che venga attaccata da malattie fungine curabili prima di tutto cambiando le condizioni ambientali e con specifici fungicidi. Si manifestano con macchioline nere che compaiono sulle foglie, a volte contornate da un alone giallo (fungo phytophthora). Se invece siamo in presenza di un marciume diffuso su tutta la pianta con parti mollicce, il fungo è il botrytis. L'esposizione diretta ai raggi solari può provocare sulle foglie delle macchie marrone scuro, la zona colpita si seccherà come se ustionata. Fra i parassiti sono frequenti le cocciniglie, in particolare quelle bianche cotonose, gli acari come il ragnetto rosso e gli afidi, si combattono con gli specifici insetticidi, è preferibile somministrarli in basse dosi e a maggiore frequenza.