Ambiente ed esposizione
Terreno
Sul fronte della scelta del terreno, possiamo dire che la Phalaenopsis è facile da trattare in quanto si adatta molto bene anche dai terreni per orchidee venduti da tutti i buoni fiorai e vivaisti in circolazione; la caratteristica unica da rispettare è l’assenza di ristagni idrici, perciò è bene sempre avere una certa percentuale di sfagno e bark, ed anche di gommapiuma o polistirolo espanso per trattenere un po’ di umidità.
Messa a dimora e rinvaso
La messa a dimora della orchidea phalaenopsis consiste nel riporla, come abbiamo già citato, in un luogo dalle condizioni ambientali e climatiche a lei congeniali; il rinvaso invece è un’operazione che risulta fondamentale in due casi, quello di malattie radicali che possiamo scongiurare solo curando le radici e cambiando la collocazione e quello di una grande crescita della pianta e delle sue radici che hanno quindi colmato tutto il recipiente. In ogni caso è consigliato rinvasare nel periodo di marzo, ovvero quando sta cominciando la ripresa vegetativa e prima della abituale fioritura, in un vaso solo appena più grande e largo del precedente e magari trasparente (in modo da poter controllare stato di salute e crescita delle radici stesse). L’unica accortezza da tenere è il delicato trattamento delle radici, che non vanno danneggiate nel travaso e soprattutto vanno disinfettate con alcool e prodotti contro funghi e parassiti in caso di escoriazioni o altri danneggiamenti.
Radici orchidee
Le radici dell’orchidea phalaenopsis si contraddistinguono per essere tante, molto spesse e tenaci, eventualmente ramificate ed estese; ciò le rende un cattivo cliente in caso di rinvaso, perché si aggrappano con una certa decisione al substrato presente e necessitano quindi di essere ammorbidite e trattate con grande cura per evitare danneggiamenti pericolosi per la pianta stessa.
Riproduzione orchidee
La riproduzione dell’orchidea phalaenopsis può avvenire per divisione della pianta presso i famosi keiki; essi sono quei noduli che vanno a formarsi ad un certo punto dello stelo e che costituiscono in pratica una nuova piantina. Bisogna solo aspettare che crescano e si rinforzino, per poterli staccare dalla pianta madre e ripiantarli separatamente per avere un nuovo esemplare.
Annaffiature
Le annaffiature dell’orchidea phalaenopsis devono avere una sola caratteristica, ovvero quella di rispettare la cadenza che permetta al substrato di restare sempre leggermente umido. Orientativamente possiamo dire che in estate la phalaenopsis va innaffiata due volte alla settimana, mentre d’inverno una volta soltanto; però questo varia da caso a caso, perché con un vaso piccolo e poco terreno – quindi rapide asciugature – le innaffiature dovranno essere più frequenti. Grazie alla certa carnosità delle sue foglie, la phalaenopsis riesce a sopravvivere a qualche breve periodo di siccità, ma non dobbiamo tirare la corda perché le foglie sono l’unica riserva idrica della pianta e non conviene che esauriscano.