Il suo nome deriva dal greco,
phalaen (farfalla) e opsis (simile a) e indica la somiglianza del fiore alla forma delle farfalle.
Orchidea Phalaenopsis, è facile sia arrivata come dono nelle festività natalizie. La pianta in questo periodo è in piena fioritura, ed è presente in quasi tutti i garden center o fioristi che ne consigliano l’acquisto in quanto molto elegante, poco esigente in termini di coltivazione e con le adeguate attenzioni, i suoi fiori persistono alcuni mesi.
La salute di tutte le piante in generale, coincide con il buono stato delle radici e con le orchidee è agevolmente valutabile in quanto l’apparato radicale è ben visibile per dimensione e perché sono normalmente vendute in vasi di plastica trasparenti che ne permettono il controllo.
La maggior parte delle orchidee sono specie epifite che nel luogo di origine vivono su altri vegetali, tronchi o rami degli alberi, di solito usati come sostegno per le grosse radici aeree che ricercano luce e contribuiscono all’attività fotosintetica della pianta.
Tentiamo di ricreare l’ambiente naturale della nostra Phal (soprannome usato tra gli appassionati) ponendo attenzione a riservare in casa un luogo luminoso ma a non a diretto contatto dei raggi solari, evitiamo le correnti d’aria e scegliamo un cache-pot in vetro trasparente in cui adagiare la pianta con il suo vaso di origine. Sul fondo possiamo mettere argilla espansa o ghiaietto per evitare il ristagno d’acqua, farla vivere felice e controllarla al meglio.
Ho trovato qualche tempo fa in un mercatino dell’antiquariato una partita di vasi in vetro color verde scuro appositamente studiati per le orchidee. Il venditore non mi ha saputo dare in merito alcuna altra informazione purtroppo, io sono molto curiosa e anche sul web non ho trovato notizie. I vasi sono italiani e recano sul fondo la scritta VASO DI PANDORA BY ALDO FRANCO. Indicativamente, per intuito… potrebbero essere databili intorno agli anni ’70/’80. Mi piacerebbe conoscerne l’origine…
brevi note colturali:
Famiglia Orchidaceae
O.Phalaenopsis, è originaria delle Indie orientali, dell’Indonesia, delle Filippine e dell’Australia.
Ama temperature comprese tra i 16° e 25° e ricerca luce ma non diretto contatto con i raggi solari.
I suoi fiori sbocciano numerosi su lunghi steli e si conservano per diversi mesi. Il periodo di fioritura va dall’inverno fino a inizio primavera. Con adeguate concimazioni la pianta può anche riservare una seconda fioritura. Se occorre, si rinvasa a fine fioritura bagnandola per bene affinché le radici si possano staccare dal bark, apposito terriccio formato dalla frantumazione di corteccia di Picea abies, (abete rosso) e di Pseudotsuga douglasii.
E’ necessario risponde ad un corretto fabbisogno idrico osservandone le richiesta. E’ buona norma porre la pianta con il suo vaso in un contenitore più grande aggiungendo acqua ed eventualmente il concime (una volta al mese e in quantità minore rispetto quella indicata dal produttore) immergendola fino al colletto e facendo attenzione che non penetri acqua nelle ascelle fogliari. Attendere circa mezz’ora affinché il substrato sia ben impregnato, rimuovere la pianta e riporla al suo posto. Phal non ama essere spostata.
Altra nota importante riguarda la potatura dei rami fioriferi. Alcune teorie propongono di recidere il ramo a fine fioritura, altre, suggeriscono di lasciare il ramo vecchio, spesso da esso spuntano infatti prolifici nuovi getti laterali. Ovviamente se il ramo secca occorre asportarlo.