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Ore 20, a Roma si gambizza.La Banda della Magliana torna a colpire?

Creato il 11 marzo 2011 da Yourpluscommunication


Non è tempo di fiction a Roma, non è tempo di romanzi criminali. E’ tempo di realtà che fugge dalle pellicole, è tempo di non trascurare nessun dettaglio. La violenza è tornata per le strade di Roma ed ha un nome che, molti, si sussurrano all’orecchio. E’ un nome che porta al recente passato ma che non è mai morto, non è mai stato sconfitto definitivamente. La Banda della Magliana. Viva, trasformata, rivestita di nuovo, con metodi e finalità diverse, è tornata. Con lei, i colpi di pistola tornano a farsi sentire tra i sanpietrini capitolini.

Ore 20, a Roma si gambizza.La Banda della Magliana torna a colpire?

Sembra l’inizio di un nuovo capitolo della fortunata serie prodotta da Sky ma, le vicende di questi mesi sembrano delineare la rigenerazione del fenomeno criminale a Roma. Due gli episodi chiave che riportano alla luce vecchi fantasmi: la gambizzazione dell’avvocato Piergiorgio Manca davanti al suo studio a Prati e la gambizzazione del gioielliere vicino a Campo De’ Fiori. Due atti violenti e intimidatori degni del migliore stile criminale.  Azioni che riportano agli anni in cui era prassi per terroristi e banditi dare avvertimenti in questo modo.

Ma andiamo con ordine.

La cronaca narra che il 30 settembre 2010 verso le 20, a Roma in Via Fauro, zona Prati, l’avvocato Piergiorgio Manca uscì dal suo studio con la segretaria ed una collega. Fuori, vicino allo scooter dell’avvocato, ad attenderlo due uomini in casco integrale. Dalla corporatura, quello che avvicina l’avvocato, sembra poco meno che trentenne. Una brevissima discussione e Manca cade a terra. Il malvivente, dopo averlo apostrofato “cornuto”, spara due colpi con la pistola a tamburo che stringe in pugno. Una pallottola raggiunge l’avvocato all’altezza dell’inguine. Una frazione di secondi dopo, i due si volatilizzano con uno scooter rubato.

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Ma perché pensare alla Banda della Magliana? Certo, potrebbe essere sicuramente un cliente “scontento” o chissà chi o per cosa arrabbiato. Non può passare inosservata, però, la storia dell’avvocato Manca: penalista di successo nei maggiori casi di criminalità romana. Sebbene la notizia non venne bucata da nessun giornale, neppure uno di loro, però, mise in risalto che Manca era proprio uno di quegli avvocati a cui la famigerata banda romana affidava la propria difesa. Che il nome del professionista romano si trovi nell’ordinanza di sentenza del giudice Lupacchini in merito al processo che sgominò la vecchia banda della Magliana, è un fatto. Allo stesso modo, è un fatto come il suo nome trovi spesso residenza nelle dichiarazioni rilasciate dai pentiti della stessa banda. Oggi, tra i clienti del penalista si annovera anche Marco Iannilli, difeso per l’affaire Telecom Sparkle e Fastweb. Un processo, tra l’altro che, senza mettersi in controluce, fa vedere Gennaro Mokbel (attiguo alla banda della Magliana e all’estremismo nero) come protagonista in negativo. Riferimenti, tanti. Coincidenze, troppe. Dettagli che sembrano calamitati…

Ore 20, a Roma si gambizza.La Banda della Magliana torna a colpire?

7 Febbraio 2011, Piazza Monte di Pietà, ore 20. Siamo dietro Campo De’ Fiori. Il titolare che vende ed acquista oro sta chiudendo la gioielleria e la storia, sembra ripetersi: scooter (probabilmente rubato), due persone a bordo, caschi integrali e pistola in mano. Ma questa volta i colpi che arrivano alle gambe di Claudio Simmi, partono da una calibro 635 e sono ben nove. La pistola, non potente ma deflagrante all’impatto, è probabilmente d’origini israeliane: il “classico” da professionisti. Mentre la madre urla “i figli non si toccano”, lo scooter si allontana velocemente ed il silenzio si insinua ancora tra i sanpietrini secolari.

Ore 20, a Roma si gambizza.La Banda della Magliana torna a colpire?

Come per l’episodio dell’avvocato, anche questo potrebbe essere un caso d’insoddisfazione da parte di un cliente per la (s)valutazione di una collana o di un bracciale. Rispolverando le carte dell’ordinanza di sentenza sulla Banda della Magliana, tra le citazioni spuntano sia il padre Roberto sia lo zio della vittima Tiberio. Entrambi accusati durante il processo dal pentito Abbatino “Er Freddo” in merito alla gestione, per conto della banda, degli affari legati all’usura e ricettazione, oggi sono rispettabili imprenditori e titolari dell’Hostaria Romana in pieno centro capitolino. Desta, lasciando poco spazio alla fantasia, l’urlo di quella madre disperata che, con poche parole, affianca questo fatto criminoso alle passate gesta del padre o dello zio della vittima.

Ore 20, a Roma si gambizza.La Banda della Magliana torna a colpire?

Film e fiction raccontano che della banda della Magliana, pochi sono i superstiti. In realtà, moltissimi sono gli ex sodali che girano per le strade di quella città che, recita non voler capi. A tenere il passo con e nella storia criminale non si ritrovano solo i comprimari ma, anche, potenti protagonisti di quegli anni. Personaggi che hanno segnato le pagine oscure della nostra storia, calcano casi oscuri come Calvi. Ombre che, abbandonata la strada degli affari sporchi, si allungano sulle vie criminali dei salotti finanziari. Se è vero che questi fatti potrebbero essere storie da non sottovalutare, è altrettanto vero che potrebbero essere vecchi conti che si chiudono per mano di giovane manovalanza. Potrebbero, cioè, essere fatti legati ad una stessa matrice. A pensarla così, forse, anche il comando del Reparto dei Carabinieri di Via In Selci che gestisce entrambi le inchieste.

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