Ore contate per il sindaco di Roma Ignazio Marino: imminente l’annuncio delle sue dimissioni, dopo che il Pd gli ha tolto il suo appoggio. Telefonata tra Renzi e Orfini: «Deve lasciare».
Non cessa il pressing del Pd per le dimissioni di Ignazio Marino. Anche il Partito Democratico avrebbe deciso di togliere il suo appoggio al sindaco di Roma, dopo una serie di errori politici e comportamenti sconvenienti. Per citare l’ultimo: il pagamento delle sue spese all’estero con la carta di credito del Comune, per poi dichiarare che avrebbe pagato di tasca propria. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi questa mattina avrebbe sentito il commissario romano Orfini, con il quale ci sarebbe «piena condivisione» della linea che il Pd sta seguendo in relazione alla richiesta di dimissioni. Marino formalizzerà a breve il suo congedo, confermando le voci che nelle ultime ore erano circolate in maniera sempre più insistente.
Alle 12 in Campidoglio era convocata una Giunta. Gli assessori dem non si sono presentati ed è mancato il numero legale. L’assessore alla Legalità di Roma Capitale Alfonso Sabella commenta: «Se Ignazio Marino vorrà prendere delle decisioni ne prenderemo atto». Alle 16 alla Camera, il segretario romano di Sel Paolo Cento vedrà il commissario del Pd romano, Matteo Orfini: nell’incontro verrà valutata una exit strategy per uscire dallo stallo politico che grava sul Campidoglio. Possibile una mozione di sfiducia o comunque azioni risolutive. Cento dichiara: «Come Sel chiediamo a Marino di valutare le dimissioni. Vediamo cosa accade questa mattina. Ci confronteremo con il Pd sulla situazione».
Nel caso in cui Marino dovesse rassegnare le dimissioni, il vicesindaco Marco Causi prenderebbe il suo posto per almeno 21 giorni, cioè il tempo minimo necessario per nominare un commissario. Palazzo Chigi conta di poter fare affidamento sul prefetto Franco Gabrielli. Si ipotizza che Renzi attenda la chiusura della cosiddetta “finestra temporale”, periodo durante il quale, con la caduta di Marino, sarebbe possibile portare Roma al voto insieme agli altri grandi Comuni di Torino, Milano, Bologna e Napoli. Stando ai sondaggi, questa proposta è considerata dal Pd come la peggiore possibile. Attualmente il M5S è rilevato come primo partito in città. Il nome che gira con maggior insistenza per la successione è quello di Matteo Orfini, tuttavia i vertici del Pd vorrebbero puntare sul vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, che ha ripetutamente smentito la sua candidatura. I candidati eleggibili al momento sembrerebbero dunque Orfini e il prefetto Gabrielli.
S.C.