Il disco degli U2 ha creato un bello scompiglio già all’uscita, perché è stato regalato da Apple, multinazionale dell’elettronica, scaricando l’aggiornamento del loro ultimo sistema operativo.
Gli utenti di iPhone ed iPad si sono, giustamente, risentiti, perché Apple ha praticamente imposto il disco, scaricandolo d’imperio sui device senza chiedere all’utente - dimostrando quale sia ormai l’ottica con cui questa multinazionale che una volta faceva parte del sogno hippie di cambiare in meglio il mondo (ed io c’ero, l’ho vissuta quella mela a colori).
I musicisti se la sono presa perché, dicono, se gli U2 regalano il loro disco, come si può pensare di vendere quelli degli altri? Anche se dubito se, regalato o meno, Songs Of Innocence possa fare un danno ad un mercato che ormai è più virtuale che reale, almeno nelle vendite dei supporti fisici.
Tutti hanno notato quanto il disco fosse scadente, o quasi, dal momento che le riviste patinate come Rolling Stone americano e Uncut lo hanno messo fra i migliori dell’anno... mah.
Per quanto mi riguarda devo aggiungere che purtroppo personalmente gli U2 non li ho mai apprezzati (una voce estesa e dei cori da stadio), e dunque fatico a distinguere la differenza con i più celebrati dischi precedenti. In realtà brani come Song For Someone e Sleep Like A Baby Tonight mi sembrano potrebbero essere inseriti tranquillamente sui greatest hits assieme ai Pride e With Or Without You (vabbè, magari non One, ma è un'eccezione).
Perché ho recensito assieme la pop band irlandese e questo giovane autore di Pittsburgh? Perché Matthew Ryan sembra avere la voce di Jakob Dylan dei Wallflowers e le canzoni, le sonorità, i cori proprio degli U2. Dunque il suo disco, molto orecchiabile, potrebbe piacere ai fan della band (gli U2, non i Wallflowers) ed in generale a chi ama un rock più “facile” e radiofonico, e non sono pochi. Vale la pena di concedergli un ascolto su Spotify.