No, non vi parlerò della ripresa dopo la pausa estiva, del ritorno dalle vacanze, dei buoni propositi per l'autunno che arriva e di tutti i luoghi comuni che trovate ovunque in giro in questi primi giorni di settembre.
Vi parlo del mio buon proposito di oggi per il futuro: esserci. Forse cambiare qualcosa, e forse trovare il modo per esprimere il mio cambiamento in materia e forma. Forse parlare di più di tecnica. Forse trovare spazio per i sogni. Forse riuscire a progettare il cambiamento. Forse tornare a crederci con tutto il cuore e con tutta me stessa.
A partire da questo, magari, per allontanarmi da tutto ciò che è già visto, che è facile. Un martello e un pezzo di metallo, la sua capacità di deformarsi, assottigliarsi, ammorbidirsi, assecondare la mia voglia di cavo, di curve, di movimenti delicati e sinuosi.
E pensare che per ottenere quel risultato che sembra una curva naturale e dolce, il martello si muove decine e decine di volte e le mani ruotano il pezzo decine e decine di volte. Il rame si incurva e si chiude su se stesso. E' il gambo di uno strano fiore, il tronco sottile di un arbusto che porta una bacca, un filo che si muove al vento...
Ci si può perdere nel forgiare, perdersi nel ritmo, perdersi nei movimenti minuti, nel susseguirsi dei colpi. Ogni pensiero in un piccolo segno che ricama la superficie. Ed è tutto lì, quello che sono e che voglio essere. Che spero di poter essere.
Grazie a Mario Cesari, generoso maestro.