Con le lacrime agli occhi, davvero, siamo arrivati alla fine della seconda stagione di Orfani, quella incentrata sulla figura memorabile dell’ultimo guerriero, Ringo. Abbiamo recensito puntualmente, mese dopo mese, tutti i numeri della serie e adesso, dopo un anno, ci ritroviamo gli occhi bagnati di pianto… Signore e signori, ecco la forza del fumetto: far emozionare! [Ci duole ammetterlo, ma se odiate gli SPOILER o le favole, tenetevi sapientemente alla larga!]
Che dire, Roberto Recchionici è riuscito un’altra volta, l’ennesima! Poco meno di due anni fa, con il contributo di Emiliano Mammucari e di un team di disegnatori e coloristi di tutto rispetto, ha portato in edicola una serie di cui è impossibile non parlare, anche per i detrattori. Lo scorso anno ha esordito poi la seconda stagione, interamente dedicata a Ringo, il Pistolero, un character che riesce a non sfigurare accanto a mostri sacri come Tex, Zagor e Dylan Dog e che ha saputo imporsi nell'immaginario collettivo come pochi altri personaggi di recente creazione.Adesso, in tandem con Roberto Zaghi ai disegni e Giovanna Niro ai colori, Recchioni ha fatto centro nei nostri cuori con un finale di stagione da manuale. Tutto è andato al suo posto. Tutto è andato come doveva andare. Tutto (o quasi) è finito come era giusto dovesse finire. Ci rimane l’amaro in bocca, certo, inutile negarlo. Salvo colpi di scena degni della perversissima e tragicamente sola presidentessa Juric, alcune cose sono finite per sempre (e ne riparleremo in un prossimo lacrimoso post!).
Una bozza della cover di Mammucari.
Come sempre, l'albo è infarcito di riferimenti e citazioni, alcune immediate e altre meno. Nel discorso verso una nuova generazione di Orfani, ragazzi trasformati in guerrieri spietati e scagliati a sedare la ribellione, la Juric arriva a citare Mussolini (nel discorso tenuto a Roma nel 29 gennaio 1926, il Duce affermò che "La nostra pace più sicura sarà all'ombra delle nostre spade"; cfr pagina 10 dell'albo). Ringo cita William Shakespeare ed Edgar Allan Poe. Il titolo stesso dell'albo è poi un rimando al clima fiabesco, a tutte quelle storie che iniziano con "C'era una volta", inducendo il lettore a sperare che si tratti di una sorta di viaggio verso un climax idilliaco e felice. Merita un cenno in tal senso la copertina dell'albo, opera come sempre del co-ideatore della serie, Emiliano Mammucari (a cui succederà Matteo De Longis nella terza stagione). La cover mostra un momento di tranquillità di Ringo e Rosa sotto un albero e rende egregiamente l'aspetto lirico, onirico, decisamente lontano e irraggiungibile in un mondo efferato come quello di Orfani. La scena mostrata, ve lo anticipiamo, non è presente all'interno dell'albo eppure, se aguzzate bene lo sguardo, sulla parte destra noterete un cielo... Solcato da qualcosa. Ecco, i prodromi della prossima stagione sono tutti lì (complimenti a Mammucari per l'espressione di questo doppio significato, quasi che in una metà stesse rappresentando un sogno con Ringo e Rosa e nell'altra metà la realtà, in antitesi ma coesistente, come nella vita di ognuno di noi).Il risultato è un’opera che trasuda sofferenza, che emana odore di fumo, che ti imbratta le mani di cenere… Per Zaghi, un esordio migliore su Orfani era davvero difficile da concepire.
C'era una volta
Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona.
Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna.
Rolando Veloci e Il Sommo
La copertina, in parte ancora da svelare, del primo numero della terza stagione!
NUMERO: 12
DATA: settembre 2015
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINE: Emiliano Mammucari
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Roberto ZaghiCOLORI: Giovanna Niro