A proposito del suo notiziario, Orfeo dice: "Sono felice perché il Tg1 torna a salire negli ascolti dopo 5 anni di cali consecutivi. Gli 11 milioni dell'elezione di Papa Bergoglio non venivano toccati dai tempi delle Torri Gemelle. I meriti di questi successi sono di una redazione motivata e professionale". "Otteniamo questo gradimento - continua Orfeo - malgrado il numero di giornalisti, per una serie di ragioni, si sia ridotto di 20 unità e nonostante significativi tagli al bilancio di spesa". Forte di questo 'tesoretto' negli ascolti, il Tg1 confida si sia chiusa l'era dei sacrifici: "E' il momento di investire in professionalità e nuovi progetti. Il 2014 sarà l'anno della digitalizzazione. Ci lasceremo dietro sistemi superati come il 'quattro terzi' per adottare tecnologie all'avanguardia. E' un passaggio cruciale perché questi strumenti aiuteranno i giornalisti del Tg1 a interpretare la professione in termini nuovi. I servizi avranno una marcia in più".
L'azienda Rai, d'altra parte, deve guardare con favore al telegiornale della prima rete che ha smesso di essere calamita di proteste e multe. "Ricorsi al Garante Tlc non ne arrivano più - dice Orfeo - Eppure il 2013 è stato un anno politicamente controverso, dalle Politiche alla decadenza di Berlusconi. Tutti i partiti ci riconoscono autorevolezza e imparzialità. Solo Grillo si è distinto per insulti al limite della minaccia".
Aldo Fontanarosaper "La Repubblica"