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Orgoglio Amaranto, tre obiettivi per sfondare: ''Consenso, sinergia con i trust italiani, risultati sportivi''

Creato il 12 agosto 2013 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
Orgoglio Amaranto, tre obiettivi per sfondare: ''Consenso, sinergia con i trust italiani, risultati sportivi''
Intervista a Roberto Cucciniello, presidente del comitato nato nel 2010 e che detiene il 2 per cento delle quote societarie dell'Us Arezzo. ''In questi tre anni abbiamo raccolto più soddisfazioni che rimpianti. Adesso è giunto il momento di radicarci sul territorio, impresa possibile solo in parallelo con le vittorie della squadra. Intanto abbiamo aderito all'associazione Supporters in campo. Con Ferretti rapporti cordiali, stiamo imparando a conoscerci''. A breve partirà il tesseramento per la stagione 2013/14.
Dal 2010 a oggi ne è passata di acqua sotto i ponti. E Orgoglio Amaranto è ancora un soggetto attivo nell’Arezzo, forte di un 2 per cento che rappresenta un’enclave preziosa dentro la società e anche dentro un modo nuovo di vedere e gestire il calcio. Perché da noi il club è andato gambe all’aria già due volte, nel 1993 e tre estati fa, lasciando macerie intorno e un ambiente da ricostruire da zero. Per il futuro, sarebbe meglio evitare un drammatico tris e la presenza di OA serve soprattutto a questo. Roberto Cucciniello, succeduto a Paolo Zoeddu alla presidenza del comitato, occupa una poltrona nel Cda amaranto e ha tre obiettivi speciali per i mesi a venire.
“Consolidamento sul territorio, sinergia con gli altri trust italiani di azionariato popolare, risultati sportivi. Questi ultimi sarebbero la benzina migliore”.
Quando parte il tesseramento per la stagione 2013/14?
“Alcune tessere sono già state sottoscritte. Entreremo nel vivo a cominciare dalla sera del 23 agosto, quando la squadra verrà presentata in piazza Sant’Agostino. Lì avremo il nostro stand e ci daremo da fare. La prossima è un’annata importante”.
Se l’Arezzo conta di sfondare quota mille abbonamenti, OA che limite si è fissato?
“Mi auguro che l’onda lunga dell’entusiasmo porti dei benefici anche a noi. Ma non è una gara a chi fa di più, anzi. Preferisco che a OA si iscriva gente convinta del progetto piuttosto che tifosi senza una chiara visione delle cose. Ad ogni modo, sarei felice se superassimo il tetto delle 300 tessere”.
Prezzi?
“Quelli di un anno fa. 20 euro per i soci ordinari, 50 euro per i soci sostenitori”. Senza sconti sugli abbonamenti per lo stadio. “No, stavolta no. Abbiamo preferito rinunciare al dieci per cento di bonus perché i prezzi stabiliti dalla società sono veramente stracciati. 100 euro per un campionato intero in tribuna coperta rappresentano di per sé uno sconto”.
OA è attivo da tre anni. Più rimpianti o più soddisfazioni?
“Più soddisfazioni. Con qualche rimpianto, ma è inevitabile. Dico e credo che siamo ancora sottovalutati e sottostimati, sia come potenzialità che come effettivo contributo dato all’Arezzo. Il nostro è stato uno dei primi comitati ad acquisire quote societarie, mentre adesso il fenomeno si sta allargando a macchia d’olio”.
Contributo effettivo vuol dire…?
“Vuol dire che mentre tanti parlavano, noi all’Arezzo abbiamo dato soldi veri. In proporzione al nostro 2 per cento, ovvio, ma soldi veri, spendibili. Che in certi casi sono stati anche molto importanti”.
Oggi, agosto 2013, il fine dell’attività di OA qual è?
“Consolidare il nostro ruolo. La gente sa che ci siamo, che non abbiamo secondi fini, che ci interessa solo il bene dell’Arezzo. L’idea che si può fare un calcio diverso, dove i tifosi contano un po’ di più e le televisioni un po’ di meno, si sta facendo largo in tutta Italia. Noi l’abbiamo sposata subito”.
OA in questi tre anni cosa ha fatto?
“Ha controllato, nei limiti del possibile, che i conti fossero in ordine. Che i nodi amministrativi venissero affrontati e risolti. Che ci fosse interazione con la gente. Abbiamo sollevato problemi e proposto soluzioni, convocato assemblee dei soci e consigli d’amministrazione. Il tutto, non va dimenticato, in rapporto alla nostra forza, pari al 2 per cento. Se avessimo maggiore consistenza, potremmo anche combinare qualcosa di più. Ma un particolare lo voglio sottolineare”.
Quale?
“Ci sono le attività che vengono pubblicizzate e quelle, non meno numerose e importanti, che restano sotto traccia per motivi di opportunità e di riservatezza. La trasparenza del comitato è totale, tant’è che nelle varie assemblee dei soci abbiamo sempre rendicontato agli iscritti tutto ciò che abbiamo fatto. Ma spesso non si può sbandierare ai quattro venti una telefonata o una riunione”.
In altre realtà, i movimenti di azionariato popolare trovano consensi fra la gente ma poca apertura da parte dei presidenti. Ad Arezzo è successo l’esatto contrario. E’ un paradosso secondo te?
“Un po’ sì. Da noi resiste la tentazione di trovare la pappa scodellata. I tifosi vogliono tornare in B ma non si attivano e non si danno da fare. Invece impegnarsi in prima persona accelera i tempi”.
Cosa serve a OA per allargare i consensi?
“I risultati della squadra, un clima di rinnovato entusiasmo che porterebbe alla luce la bontà delle idee che riguardano l’azionariato popolare. Ma i risultati arrivano se c’è armonia fra società e aretinità, che noi sappiamo rappresentare. E’ un circolo che non si spezza”. I luoghi comuni sono soprattutto due: i tifosi devono fare i tifosi e OA è formato solo da curvaioli.
Che puoi dire su questo?
“I tifosi devono fare i tifosi, è vero. Però devono essere attivi e non passivi. Il tempo dei presidenti padroni che fanno e disfano a seconda dell’umore è finito e la nostra storia ci ha insegnato che senza un paracadute, rischiamo di ritrovarci per terra in un attimo. OA non mette bocca sulle scelte tecniche, però offre consigli e punti di vista con cognizione di causa”.
OA è formato solo da curvaioli.
“E’ una bugia, fra i nostri iscritti ci sono tifosi di ogni specie e di ogni estrazione. Ci sono anche molti ragazzi dei gruppi organizzati, è vero, ma questo non è un problema. Anzi. Ad Arezzo, e lo dico senza piaggeria, abbiamo una curva che su certe questioni ha punti di vista che sono avanti anni luce”. Che idea ti sei fatto sulla denuncia presentata da Ferretti contro Severini?
“Il comitato era a conoscenza della trattativa per la cessione delle quote di maggioranza. Ma tutto il resto, per la delicatezza della situazione, rientra fra quei temi che vanno affrontati nelle sedi competenti. Almeno per ora”.
Come sono i rapporti con la presidenza Ferretti?
“Per adesso buoni e cordiali. Stiamo imparando a conoscerci e a fidarci reciprocamente”.
OA ha aderito all’associazione “Supporters in campo”. Quali vantaggi possono derivarne?
“I trust che promuovono l’azionariato popolare in Italia sono sempre di più. Un conto è muoversi singolarmente, ben diverso è marciare uniti e compatti. Abbiamo più forza, più capacità di essere ascoltati. Non a caso sia la Lega Pro che la Lega di serie B hanno inserito l’associazione fra gli interlocutori privilegiati. L’obiettivo è sempre quello: dar modo ai tifosi di non essere più, e non solo, dei polli da spennare”.
OA raccolse centinaia di firme, comprese quelle di sindaco, giunta e consiglieri comunali, poi inviate al presidente della Figc, Giancarlo Abete, per testimoniare lo sdegno della città riguardo la derubricazione di Arezzo-Salernitana da partita viziata da illecito a partita assolutamente regolare. La penalizzazione del 2006, in pratica, fu una barbarie giuridica. Abete non ha mai risposto?
“Mai, ma era prevedibile. Per la Federazione quello è un nervo scoperto e tutti hanno capito che se l’Arezzo venisse processato oggi, se la caverebbe al massimo con un’ammenda. Anche per questo è ora di vincere e di tornare nel calcio vero”
tratto da: http://www.amarantomagazine.it/news_dett.php?id=1742
Altro sul Comitato Orgoglio Amaranto qui: http://infoazionariatopopolarecalcio.blogspot.it/search/label/Orgoglio%20Amaranto

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