Orgoglio e pregiudizio e zombie

Creato il 03 febbraio 2016 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
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  • Anno: 2016
  • Durata: 108'
  • Distribuzione: M2 Pictures
  • Genere: Horror
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Burr Steers
  • Data di uscita: 04-February-2016

Sinossi: Una misteriosa epidemia si è abbattuta sull’Inghilterra del XIX secolo e il Paese è invaso dai non morti. Elizabeth Bennet e le sue sorelle, maestre nelle arti marziali e nell’uso delle armi, sono pronte a tutto per difendere la loro famiglia dalla temibile minaccia. Ma sono anche quattro ragazze che la società dell’epoca esige trovino un marito, possibilmente facoltoso, entro un’età ragionevole. Uno degli scapoli più ambiti di Londra è il ricco quanto presuntuoso Colonnello Darcy, anch’egli dedito alla lotta contro gli zombie. Sebbene sia amore a prima vista fin dal loro primo incontro, una serie di fraintendimenti e la naturale ritrosia di lui rendono difficile il rapporto tra Elisabeth e Darcy. Fino a quando non saranno costretti ad unire le forze per contrastare un’orda di famelici morti viventi.

Recensione: Dopo una lunga e travagliata gestazione, fatta di avvicendamenti in cabina di  regia (in un primo momento avrebbe dovuto dirigerlo David O’Russell) e nel cast (Natalie Portman, indicata in principio come protagonista e poi impegnata nella sola veste di produttrice) vede finalmente la luce la trasposizione cinematografica del best seller con cui, nel 2009, lo scrittore Seth Grahame-Smith ebbe la folle idea di provare a far convivere Jane Austin e George Romero.

Il risultato, ça va sans dire, è nulla di più e nulla di meno di quanto promesso dal titolo. Si tratta infatti di una nuova versione di Orgoglio e pregiudizio e, allo stesso tempo, di un film di zombie.

In maniera assai fedele al libro, il regista (e autore della sceneggiatura) Burr Steers decide di non miscelare queste due componenti in modo fluido ma di tenerle separate, lasciando così che, nel corso del film, l’una prenda occasionalmente il sopravvento sull’altra e viceversa. Il tutto senza fare mai ricorso ad alcun tipo di ironia, per così dire, extradiegetica. Ed è proprio in questa precisa scelta che risiede anche il maggior limite del film.

Quella che nel libro era una trovata divertente che, giustapponendo narrativa preromantica e horror, ambiva – e, di fatto, è riuscita – a incrementare l’hype di un classico della letteratura presso le generazioni più moderne, cresciute a pane e Twilight, non è detto che funzioni anche al cinema. Perché il cinema ha un linguaggio proprio che non solo invita alla pratica del crossover molto di più di quanto non faccia la letteratura, ma lo rende addirittura auspicabile e, in funzione di questo, il mix di due generi così forti in termini iconici come Jane Austin (che è diventata negli anni, a tutti gli effetti, un genere cinematografico) e gli zombie doveva trasformarsi in un ibrido molto più coeso tra due insiemi di suggestioni così apparentemente inconciliabili. Non che Orgoglio e pregiudizio e zombie sia un brutto film, tutt’altro, ma l’impressione è, a tratti, quella di assistere a un film di Joe Wright senza Keira Knightley e con sporadiche, seppure forti in termini di impatto visivo, comparsate di morti viventi. Quasi come se si facesse la spola tra due canali che danno film diversi.

Due film fatti anche bene, con, da una parte, il drammone romantico pieno zeppo di facce giuste – a cominciare dai protagonisti Lily James e Sam Riley, senza dimenticare i due “anziani” Charles Dance (che scompare inspiegabilmente a metà film) e Lena Headley, entrambi volti noti ai fan di Game of Thrones – e, dall’altra, l’horror gotico. Due film però incompleti, che rischiano così di scontentare sia i fan dell’uno che dell’altro.

Scorrevole nel ritmo, tranne forse in una parte centrale che indugia un po’ troppo sul versante più romantico della storia, Orgoglio e pregiudizio e zombie fa comunque il suo dovere e ha se non altro il pregio – sconosciuto alla stragrande maggioranza dei blockbuster di area teen – della sintesi, così da evitare di dilungarsi oltre un minutaggio, tutto sommato, contenuto. Resta la sensazione di un’occasione un po’ sprecata che, nelle mani del Tim Burton dei bei tempi o di un Edgar Wright, avrebbe potuto regalare ben altre soddisfazioni. Oltre che la curiosità per un finale tutt’altro che chiuso che lascia intravedere la possibilità di un sequel – chissà – magari più vicino al film che già questo avrebbe potuto essere.

 Fabio Giusti

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