"Let's talk about"
Dopo averlo decantato a dovere su questo stesso blog, mi dispiace riportare la mia grande delusione: a differenza dello scorso anno, quando lungo la Via Paolo Sarpi potevi imbatterti in esposizioni di design di artisti provenienti da Oriente, compreso pure delle monache che facevano la carta sul posto, quest'anno la delusione è stata grande.
Partendo dal fondo ho percorso la via cinese per eccellenza con l'intento di scoprire i tesori esposti durante la settimana del Salone del Mobile, nell'ambito - appunto - del Fuorisalone, sotto il nome altisonante di Oriental Design Week. Ho, dunque, percorso Via Paolo Sarpi a partire dai numeri alti (intorno a 50) senza trovare nulla. (Oggi qualcuno direbbe "non ho trovato una cippa" ma lasciamo perdere).
Raggiunto il numero civico 10 dove, in presenza di esponenti della cultura milanese italiana e cinese, è stato aperto il manifesto qualche giorno fa, con mia sorpresa ho trovato quanto segue:
Un'esposizione a cura di due giovani canadesi (non mi sembra che siano poi tanto orientali) con un argomento quanto mai divertente ma, a mio avviso, non coerente con lo scopo della manifestazione: il sesso, dal titolo eloquente: "Let's talk about!"
Educazione sessuale per età prematura
Il percorso prevedeva l'esposizione "Fragments collection" a cura di due giovani italiani. Qui pure ci sarebbe da ridire sull'origine degli artisti in quanto non "orientali" ma, per l'amore della verità, diciamo che almeno il tema c'entrava con l'argomento; i frammenti, diffatto, raffiguravano persone orientali, il lavoro dei due italiani è stato creato in Cina e il sottofondo musicale, cinese, comprendeva persino tratti dell'Opera di Pechino. Non poteva, infine, mancare l'immagine di un vecchio manifesto del Presidente Mao.
La terza e l'ultima tappa era un allestimento a cura del Politecnico di Milano con particolare riguardo all'utilizzo della tecnologia nel campo dell'assistenza agli anziani. L'argomento, seppur molto importante e attuale, è - lasciatemelo dire - alquanto lontano dal titolo "Oriental Design".
Per fortuna il percorso era tutto qui perchè se poi avessero aggiunto qualcos'altro, tipo una pizzeria o una salumeria brianzola, non l'avremmo più potuto sopportare.