L'Origano
L’origano è molto utilizzato nella preparazione di pietanze nella cucina mediterranea soprattutto in Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise e nelle zone di Napoli, viene impiegato per insaporire la caprese, la pizza, il pesce e la carne. I fusti della pianta dell’origano possono arrivare sino ad un’altezza di ottanta centimetri, hanno portamento eretto, non molto ramificati, di colore rosso e, alcune specie, presentano della leggera peluria. Le foglie sono di forma ovale allungata simili ad una lancia e possono avere un contorno liscio oppure dentellato. I fiori sono di piccolissime dimensioni, si riuniscono in pannocchie ed hanno un colore bianco-rosato con delle brattee rosse-viola, presentano la caratteristica di essere ermafroditi e l’impollinazione avviene grazie agli insetti soprattutto api e farfalle; il loro periodo di fioritura va da luglio ad ottobre mentre i semi vengono a maturazione da agosto ad ottobre. Produce quattro frutti secchi che non si aprono spontaneamente, lisci e di colore scuro, che sono racchiusi in un calice che persiste per più anni.
L’origano fa parte delle Lamiaceae e racchiude moltissime specie, dove le due principali sono l’Origanum Vulgare e l’Origanum Majorana. Oltre ad essere molto usato in cucina per il suo gradevole e stuzzicale aroma, l’origano presenta anche moltissime proprietà delle quali vi parleremo nei paragrafi successivi. L’origano è spesso scambiato per maggiorana perché molto simile, ma ha gusto e profumo molto diversi.La pianta dell’origano mantiene il suo caratteristico profumo anche dopo l’essiccazione. Nei tempi antichi l’origano era già molto utilizzato soprattutto a scopi terapeutici.
Specie
Origanum Vulgare: questa specie è il comune origano, quello che usiamo a cucinare per insaporire ed aromatizzare i nostri piatti, ma anche per scopi terapeutici. Di Origanum Vulgare ce ne sono molte varietà, tra cui ricordiamo: l’Aureum le cui foglie vengono usate in cucina e l’Hirtum che possiede foglie pelose e fiori di colore bianco, è molto presente in Italia e nei paesi balcanici.
Origanum Onites: questa specie è maggiormente diffusa in Grecia, Turchia ed Asia, ha un sapore più amaro di quello Vulgare ma ha proprietà terapeutiche simili.
Origanum Compactum: è una specie utilizzata solo per il suo profumo. Non si sviluppa molto in altezza.
Origanum Dictamnus: ha la caratteristica di avere un gusto più delicato del Vulgare, si usa per aromatizzare liquori e insaporire insalate. Con i fiori si può preparare un gradevole the.
Origanum Syriacum: in Italia non è molto utilizzato, il sapore è un misto da timo, maggiorana e, appunto origano. Non si usa per curare eventuali disturbi. Altre specie sono l’Origanum Acutidens, Akhdarense, Amanum, Bargyli, Bilgeri, Boissieri, Brevidens, Calcaratum, Cardifolium, Dayi, Glandulosum, Isthmicum, Virens ecc.
Esiste anche un tipo di origano selvatico, molto profumato e con un aroma intenso, questa varietà è presente solo ed esclusivamente nelle regioni della Sicilia e della Calabria. Si raccoglie quando fiorito e si fa seccare; anch’esso viene usato per insaporire ed aromatizzare piatti vari, insalate, sughi, formaggi ecc., inoltre può essere impiegato come tisana o liquore per aiutare la digestione.
Terreno e Tecniche Colturali
Moltiplicazione
Ci sono tre metodi per procedere alla moltiplicazione dell’origano: per seme, per talea o per divisione della pianta.
Anche se l’abbiamo già detto più volte, ribadiamo che lo svantaggio della moltiplicazione per seme è quella della non certezza di avere piantine nuove uguali a quella madre, quindi se si mira a questo risultato bisognerà procedere con la moltiplicazione per talea o divisione della pianta.
Se si procede con la semina in semenzaio o vaso, questa andrà fatta all’inizio del periodo primaverile e i semi andranno messi in un terriccio con sostanza organica e sabbia che favorisca il drenaggio dell’acqua ed interrati delicatamente; dopo questa operazione iniziale, il contenitore andrà coperto con un foglio di plastica e posto in una zona ombreggiata con una temperatura di circa dieci-dodici gradi, dovrà essere mantenuta una giusta e costante umidità del terreno. Apparsi i primi germogli, togliere la plastica e posizionare il contenitore in un luogo maggiormente luminoso e, quanto le nuove nate avranno raggiunto un’altezza di circa sei centimetri, saranno pronte per essere trapiantate.
Nel caso di semina in campo aperto o giardino, come detto in precedenza, bisognerà prima lavorare il terreno e aggiungere del letame sul fondo. Questa operazione va fatta nel periodo primaverile, i semi andranno sistemati ad una distanza di circa quaranta centimetri, di modo che si abbiano circa sei-otto piantine per metro quadrato.
Se si opterà per la moltiplicazione per talea, essa andrà fatta nel mese di giugno. Vanno prelevate dalla pianta madre delle talee lunghe circa dieci centimetri che andranno sistemate in un composto da torba e sabbia ad una temperatura di circa dieci, alla radicazione si potranno trapiantare.
Il periodo ideale per la moltiplicazione per divisione della pianta, va da marzo ad ottobre e si trapianteranno in primavera-estate.
Concimazione ed Irrigazione
Per quanto riguarda l’origano la concimazione dovrebbe avvenire in base alla durata di un impianto, questo tempo può variare da tre a dieci anni; l’apporto medio si potrebbe quantificare in trecento quintali di letame per ettaro somministrato nel momento della preparazione del terreno. Comunque l’origano è una pianta di tipo rustico e non ha bisogno di specifiche concimazioni. L’importante dopo ogni operazione di sfalcio, alla ripresa vegetativa, è di apportare dell’azoto per favorire lo sviluppo di nuova vita. In primavera apportare fosforo e potassio.
Come abbiamo sottolineato in precedenza, l’origano non ama i ristagni idrici, quindi andrà innaffiato con poca acqua ma spesso, in modo da evitare questi ristagni dannosi per questa pianta e per le sue radici.
Potatura e Raccolta
La potatura dell’origano consiste nell’eliminare le parti deboli o secche per evitare che vengano infestate da malattie e parassiti.
Durante il primo anno di vita della pianta si eseguirà una raccolta, mentre nel secondo anno se ne potranno eseguire due uno a luglio e uno a settembre. Si raccolgono i rami fioriti e si fanno essiccare in luogo asciutto e buio immediatamente dopo la raccolta altrimenti perdono alcune delle loro proprietà. Una volta essiccati si conservano in vasi di vetro.
Proprietà
Oltre ad avere proprietà aromatiche, l’origano ne ha anche di medicinali, entrambe sono fornite dagli olii essenziali: è antisettico, vermifugo, antispasmodico, antalgico, digestivo, analgesico, tonico, espettorante, calmante in caso di torre e problemi intestinali come l’aerofagia.
Le parti utilizzate della pianta dell’origano sono le foglie e le sommità fiorite raccolte in luglio-settembre. I principali utilizzi delle parti dell’origano possono essere: attraverso aerosol per favorire la respirazione. Per problemi di torcicollo potrebbe essere molto utile applicare delle sommità fiorite scaldate precedentemente in una pentola; sempre con le sommità fiorite si può preparare una bevanda dolce, aperitiva e digestiva, mettendone circa cinquanta grammi in un litro di vino per circa dieci giorni. Distribuito sulle pietanze può aiutare la digestione. Un infuso di origano è utile per combattere gli inestetismi della cellulite oppure attraverso gargarismi per lenire la gola infiammata.
Per quanto concerne l’uso cosmetico, l’origano viene utilizzato durante il bagno per purificarsi e deodorarsi; l’olio essenziale è spesso usato per creare profumi.
In tempi antichi, nei periodi di grandi epidemie, grazie al suo aroma intenso e penetrante, era usato come disinfettante per gli ambienti bruciato con timo e menta.
Può servire anche per liberarsi dalle fastidiose formiche.
Malattie e Parassiti
I principali nemici di questa pianta sono le cicaline e l’afide nero. Le cicaline sono degli insetti piccoli che attaccano soprattutto la parte inferiore delle foglie, creando delle colonie. Attraverso le loro punture creano sulla pianta delle crosticine gialle, le foglie scuriscono e seccano. Gli attacchi più massicci si hanno nella stagione calda e asciutta, nei mesi da giugno a settembre.
L’afide nero è un pidocchietto che attacca la pianta e attraverso la puntura succhia le sostanze zuccherine della pianta portando alla deformazione delle foglie ed al conseguente deperimento della pianta intera; attraverso queste punture l’afide può trasmettere anche dei virus molto dannosi alla salute del vegetale.